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Antonio Ingroia: “invito i giornalisti di Articolo21 a farsi avanti”

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Antonio Ingroia e’ pronto per la “rivoluzione civile”. Ma per decidere se si candidera’ rappresentando chi ha aderito al manifesto “Io ci sto” e dare il via nella prossima legislatura alla “riscossa democratica”, chiede l’aiuto e l’impegno di chi finora lo ha sostenuto e appoggiato. Pone, insomma, alcune condizioni per non sentirsi un uomo solo al comando. E invita il leader della Fiom Fausto Landini, don Luigi Ciotti e il gruppo di Libera, Salvatore Borsellino, Michele Santoro e Sandro Ruotolo e i giornalisti di Articolo 21 a farsi avanti. “A me un seggio parlamentare -spiega l’ex pm tornato dal Guatemala per salire sul palco del teatro Capranica- non interessa piu’ di tanto. Lo dico perche’ piu’ volte ho rifiutato l’offerta di candidarmi, l’ultima poche ore fa. Ma se nasce un progetto, e io dico che e’ nato, e’ tutta un’altra cosa”. Piu’ si’ che no, insomma, l’ex pm che ha indagato sul collegamento tra mafia e politica e fatto condannare Marcello Dell’Utri si sente caricato da una responsabilita’ nuova. “Dobbiamo pensare a salvare il Paese. Abbiamo il dovere di provarci. Io ci sto, ma con alcune condizioni. Non voglio essere solo, in tanti devono metterci la faccia, anche quelli che dietro le quinte mi spingono a farlo”. Rifiuta etichette e collocazioni (“non siamo il Quarto polo, perche’ non vogliamo essere secondi a nessuno”, dice).  Si rivolge a quelli di “Cambiare si puo'”, alle donne di “Se non ora quando” ai “partigiani della Costituzione”, ma non chiude la porta al Pd che “pur avendo compiuto gravi errori, in special modo nel campo della giustizia, non ultimo quello di aver sostenuto il governo Monti” e’ un partito che gli ha sempre mostrato considerazione e rispetto, invitandolo ai dibattiti delle feste dell’Unita’ e alla Festa Democratica.  “Ho scritto una lettera aperta a Bersani che, pero’, forse per i troppi impegni, non mi ha ancora risposto. Tuttavia penso che con il Pd occorra aprire un confronto. Spero che da parte di Bersani e del Pd non ci siano pregiudizi nei miei e nei nostri riguardi. Apriamo un confronto per vedere se e’ possibile costruire un governo con un programma alternativo alle politiche liberiste attuate da Monti”.  Proposito commentato con qualche applauso freddino e da qualche ‘no’ della platea. “Non ho preclusioni ideologiche nei confronti di nessuno -insiste Ingroia- e preclusioni personali, quasi, nei confronti di nessuno. Berlusconi e Monti esclusi. Come non ho preclusioni verso il Pd non ne ho nei confronti di Grillo (applausi piu’ convinti del pubblico), del quale condivido, non a torto, la critica a una certa politica, anche se i toni che usa sono talvolta eccessivi. Il Movimento 5 Stelle costituisce una novita’, dire che e’ antipolitica e’ una demonizzazione sbagliata”.  “Di Grillo -continua Ingroia- ho condiviso molte battaglie, meno sue certe prese di posizione, penso ad esempio alla campagna No Tav. I militanti del M5Stelle condividono la stessa nostra indignazione. A Grillo dico: ‘cosa dobbiamo fare, accompagnare il Paese verso la sua deriva, continuare a distruggere finche’ non resteranno altro che macerie, o farci carico della sua ricostruzione?”.  “Dopo la rottamazione, occorre un atto di responsabilita’ da parte di tutti. Nessuno si puo’ tirare indietro e quindi sono pronto anche a confrontarmi con Grillo, se vorra’. Ci vuole la proposta, non solo la protesta. Torno alla domanda iniziale: mi candido o no? Dipende molto da voi, oltre che da me. Io ci sto, il mio e’ un atto di disponibilita’ e di servizio”.  “Se noi cittadini non dichiareremo con il voto che questa cattiva politica e’ colpevole, allora sarebbe come dire che in Italia non c’e’ corruzione, che il rapporto tra Stato e mafia e’ solo letteratura, che le nostre periferie sono giardini all’inglese, che gli esodati sono solo un neologismo e i precari un’invenzione. Se noi cittadini non dichiareremo con il voto che questa stagione e’ finita per sempre sara’ come dire che questi delitti non sono stati commessi”.


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