Alla fine il no della questura di Roma al corteo di Casapound è arrivato, in extremis a pochi giorni dalla data stabilita e i motivi del diniego sono di ordine pubblico. Secondo quanto si legge nel provvedimento il luogo prescelto, piazza Santa Maria Maggiore, è un punto particolarmente sensibile, vicino alla basilica molto frequentata e comunque a distanza minima dall’altra manifestazione annunciata dall’Anpi per lo stesso giorno. In pratica ci sarebbero potuti essere scontri viste le posizioni contrapposte dei due movimenti. Dunque il divieto non riguarda la posizione dichiaratamente di ispirazione fascista del movimento di estrema destra né ci sono riferimenti alla Costituzione antifascista, si tratta di una scelta volta a tutelare l’ordine pubblico. Che, però, ha un importante valore sul piano pratico in quanto arriva, comunque, dopo l’appello dell’Anpi e di numerose altre associazioni, tra cui Articolo 21, che avevano definito la scelta del corteo proprio il 28 maggio come una provocazione. E infatti proprio l’Anpi aveva ricordato che “il 28 maggio 1974 a Brescia nella centrale piazza della Loggia, era in corso una manifestazione contro il terrorismo neofascista organizzata dal Comitato unitario permanente antifascista quando fu fatto esplodere un ordigno che causò la morte di otto persone tra i 25 e i 69 anni e il ferimento di oltre cento altre. La magistratura ha ormai accertato la natura neofascista della strage”. Dopo la petizione spontanea c’era stata anche una nota degli europarlamentari del Partito Democratico nella quale si invitavano Prefettura e Questura di Roma a vietare quel corteo. Il provvedimento della questura è stato notificato al responsabile di Casapound Luca Marsella, il quale ieri sera ha comunicato che una manifestazione in forma ridotta si terrà ugualmente sotto la sede di Roma, definendo il divieto come “un pericoloso precedente contro la libertà di espressione”. Molte le reazioni, tra cui quella del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, secondo il quale questa scelta è giusta e rispetta la “Roma antifascista”.