Gaia Tortora interviene sulla vicenda della preside sospettata di aver avuto rapporti sessuali con uno studente. Una trentina di parole che valgono un editoriale: “Lui maggiorenne. Lei pure. Lui studente. Lei preside. Di lei sappiamo già nome cognome volto. Di lui no. Nessun reato. Che c..zo di informazione è?”
La risposta è altrettanto semplice, basta invertire la domanda: “Informazione a c..zo”. Tanto per NON cambiare.
Sono assolutamente d’accordo tutte le persone che sono schifate per come, in certe trasmissioni TV e in certe cronache di certi giornali, si è trattata e “descritta” la vicenda che vede coinvolta una preside e uno studente.
In tanti hanno condiviso il tweet di Gaia. Lo condivido io pure: faccio mio le parole, la punteggiatura, l’indignazione che traspare; e pone il giusto interrogativo. Premesso tutto ciò, a tutti noi e a me per primo: quando sotto gli occhi ci capitano certi articoli, si può fare una cosa semplice e facile (un telefono cellulare l’abbiamo tutti, no?): mandare alla direzione del giornale una mail per esprimere il nostro sdegno e il nostro schifo. Lo facciamo, vero?
Quando ci si imbatte in certe trasmissioni TV che trattano la vicenda come la trattano, sveltamente abbiamo cambiato canale, vero? Sono “piccoli” semplici gesti che costano poco. Se non li abbiamo fatti, se non li facciamo, il nostro sdegno e schifo parolaio vale poco. Giornali, giornalisti, hanno una indubbia responsabilità. L’abbiamo anche noi utenti e lettori.