Mafia, 27 anni fa a Foggia veniva ucciso Francesco Marcone, dirigente dell’Ufficio del Registro. Davanti casa, in via Figliolia, alle 19.10 del 31 marzo 1995 qualcuno sparò due colpi di pistola colpendo a morte l’uomo, 57 anni.
In pieno centro, all’ora di punta, nessuno vide nulla stando alle carte del processo. E il delitto Marcone, comunque ritenuto opera della mafia dei colletti bianchi, ancora oggi rimane impunito e senza responsabili.
Il dirigente aveva presentato pochi giorni prima del delitto, un esposto in procura in cui descriveva nel dettaglio, operazioni opache legate al boom edilizio, tra compravendite e permessi. Già in precedenza Marcone era stato avvicinato allo scopo di essere zittito, mediante corruzione ma lui non si era mai piegato. Aveva scoperto infatti che falsi mediatori contattavano i cantieri edili della zona assicurando rapidi disbrighi di pratiche edilizie sotto corresponsione di mazzette.
L’inchiesta sul delitto fu archiviata nel ’98, riaperta grazie ai familiari e chiusa ancora nel 2000.
L’anno dopo, un nuovo fascicolo conduce al possibile fornitore dell’arma del delitto, tale Raffaele Rinaldi, che morirà però qualche mese più tardi in un incidente stradale, poco dopo aver ricevuto un avviso di garanzia.
Dal 2004 il caso è definitivamente archiviato per insufficienza di prove, irrisolto. Nel 2005 è stata conferita la medaglia d’oro al merito civile, alla memoria di Marcone.
Oggi presso la stele davanti alla Direzione provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Foggia, è prevista una cerimonia in ricordo di quell’uomo perbene, alla presenza dei figli e del direttore dell’Agenzia Ernesto Maria Ruffini.