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Guerra in Ucraina e bavaglio alla stampa, Fnsi e Alg: “Diamo voce alle voci che si stanno spegnendo”

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“Una giornata di riflessione sullo stato di salute dell’informazione, ma anche sulla democrazia e sulla partecipazione sociale in un momento delicato come quello che sta vivendo l’Ucraina in queste settimane”. Paolo Perucchini, presidente dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti, apre così il presidio organizzato a Milano, ai giardini intitolati ad Anna Politkovskaja, per dire «no» alla guerra innescata dall’invasione russa, per opporsi al bavaglio alla stampa che minaccia l’Europa ed esprimere la solidarietà e la vicinanza del sindacato ai cronisti italiani che si trovano sul campo, ai colleghi ucraini, ai reporter indipendenti di Russia, Bielorussia, Moldavia, Georgia, Armenia.

Perucchini ricorda giornalisti e giornaliste caduti vittime di questo conflitto, ricorda Andrea Rocchelli e Andrej Mironov, uccisi nel Donbass nel 2014 e i colleghi che si trovano o stanno andando in Ucraina, “tanti sono giovani – rimarca – tanti sono freelance e spesso sono sfruttati dagli editori anche durante la guerra”.

Il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, rievoca le storie di operatori dell’informazione in carcere in Bielorussia, uccisi in Siria, oltre che in Russia, negli ultimi decenni. «Abbiamo il dovere di illuminare le loro vicende, di coltivare la memoria affinché ciò che è accaduto non possa accadere di nuovo. Ai colleghi ucraini, russi, bielorussi che chiedono il nostro sostegno per poter continuare a raccontare quello che il potere vorrebbe censurare offriamo i nostri blog, siti e giornali: diamo voce alle voci che si stanno spegnendo. Non tanto – conclude – per difendere loro, ma soprattutto per difendere il diritto dei cittadini a sapere».

Anna Del Freo, segretaria generale aggiunta della Fnsi e vicepresidente della Alg, racconta del recente meeting sulla libertà di stampa organizzato a Danzica da Federazione europea dei giornalisti e Consiglio d’Europa con reporter ucraini, russi, bielorussi, della Moldavia, Georgia, Armenia, dal quale si è levato l’appello a far circolare le notizie sulla guerra, contro la propaganda del regime russo. “È importantissimo – rileva – che in tutti questi Paesi sopravviva una informazione indipendente”.

Il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, Riccardo Sorrentino, letto l’articolo 29 della Costituzione russa – che recita, fra l’altro, “la censura è vietata” – evidenzia che «in Russia, e non solo, la libertà di informazione viene messa in discussione. Della libertà di stampa – osserva – non si può fare a meno, ma dobbiamo avere ben chiaro che è un diritto da difendere ogni giorno».

Al presidio, fra gli altri, anche i rappresentanti di associazioni per i diritti umani, Articolo21, il segretario provinciale dell’Anpi, i Sentinelli e l’Arci di Milano, Lorenzo Frigerio di LiberaInformazione; Luca Geronimo di Avvenire; Danilo De Biasio, direttore del Festival dei Diritti Umani e consigliere dell’Ordine nazionale, che porta anche il saluto del presidente Carlo Bartoli; Fabrizio Cassinelli, presidente del Gruppo Cronisti Lombardi.

Dedicando un pensiero ad Antonio Russo, inviato di Radio Radicale ucciso in circostanze misteriose nei pressi di Tbilisi, in Georgia, nel 2000, e citando la vicenda dell’esposto contro La Stampa presentato in procura dall’ambasciatore russo a Roma, Giulietti conclude: “Tutti i politici hanno espresso solidarietà ai colleghi, ma tutti i giorni la politica scaglia querele bavaglio contro croniste e cronisti italiani e una legge che contrasti questo fenomeno resta dimenticata in un cassetto. Su questo sarà il caso di riflettere”.


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