La Costa da Avorio vince la sfida per dare un calcio al razzismo: alla finale contro i parlamentari la testimonianza di Coulibaly

0 0
Domenica scorsa, 20 marzo 2022, si teneva presso lo stadio “Caduti di Brema” in Barra – Napoli, l’ultimo incontro calcistico, tra la squadra Parlamentari e quella degli immigrati ivoriani, che ha visto la vittoria (in presenza del calciatore professionista del Napoli, Coulibaly, nell’occasione tra il pubblico), degli ivoriani stessi, che hanno conseguito la coppa, nell’orgoglio di tutte le comunità immigrate sul territorio.  
 
L’evento è stato foriero di grandi soddisfazioni tra i partecipanti (ventiquattro squadre), che con la dovuta spensieratezza in uno alla serietà che l’applicazione delle regole del gioco richiede, si sono abbandonati alla frivolezza del momento, offrendo lo spunto per le molteplici riflessioni che seguono. 
 
Lo sport, soprattutto quello del calcio, rappresenta un potente veicolo di connessione, tra gli individui, i gruppi, le categorie, di tifosi o meno. Tale connessione diventa altresì un veicolo di comunicazione e di uguaglianza, a partire dall’abbigliamento, che abbatte le differenze sociali. Tutti uguali in maglietta, pantaloncini e scarpe, a dispetto dei colori che sono utili a differenziare l’appartenenza a una squadra rispetto alle altre, acquisiscono nel gioco diverse consapevolezze, dalla necessità di collaborare con i compagni, alla lealtà reciproca, verso la propria squadra e verso gli avversari. La vittoria riporta all’orgoglio identitario dell’ appartenenza di origine (non a caso le squadre sono state formate sulla base delle nazionalità dei giocatori), ma nell’impegno collettivo, nel senso di quella “comunità” con cui si interagisce, e nel rispetto verso i giocatori dell’altra squadra, si inseriscono quei valori fondamentali, che sono preliminarmente valori sociali.   
 
E’ per questo che il calcio offre lezioni di vita, e di comportamento (e a superamento di ogni barriera socio – culturale vince il più forte, il migliore, non in senso lato ma dell’occasione, che pertanto potrebbe rivelarsi più vulnerabile in altre circostanze e contesti) ed hanno avuto ragione i promotori di questo progetto a volerne vedere la realizzazione. Ringrazio allora i patrocinatori (comunque lanciando la provocazione di voler anche collaborare al finanziamento delle prossime edizioni, già visto il successo di questa prima, sperimentale, per non lasciare soli quei pochissimi pazienti mecenati); ringrazio la Consulta degli Immigrati di Napoli e l’ideatore del progetto, avv. Angelo Melone, Console della Repubblica Democratica del Congo, in Napoli, caro amico, che ha creduto fortemente nell’iniziativa, incoraggiandoci tutti con il suo entusiasmo; ringrazio, da ultimo, ma non per ultima, la cara “sorella” Désirée Klain, portavoce di “Articolo 21 Campania” per il suo appassionato, solidale e fedele supporto, nonostante il periodo intenso che l’ha coinvolta privatamente (porgo i miei più affettuosi auguri per la convalescenza del papà, se qui mi è consentito).
 
Sono grata ai ragazzi delle diciannove squadre degli immigrati sul territorio ed ai loro rappresentanti legali, che ci hanno seguito solertemente per i cinque mesi circa della preparazione, nonché quelle degli aderenti, dei Parlamentari (che sono arrivati in finale, facendo faticare gli immigrati e temere loro la sconfitta!), della Polizia di Stato, del Tribunale di Napoli, dei Medici e degli Avvocati, che ci hanno premiato con la loro letizia e la loro felice promessa di farsi coinvolgere anche nelle prossime edizioni.
 
Che dire di più? Il gioco ci fa sentire più uniti e più forti, proprio nel corroborare i valori della coesione, della dignità, della solidarietà, della giusta condotta… e forse, in questo, non è solo un gioco….
 
Un abbraccio affettuoso a tutti (“et vive la Côte d’Ivoire”)

Iscriviti alla Newsletter di Articolo21