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Zaki all’Anpi: “Non dimenticate tutti i prigionieri per reati d’opinione”

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“Dopo un po’ in ogni guerra diventa normale sentire parlare del numero di vittime e di ciò che chiamano ‘danno collaterale’. Oggi è quello che succede in Ucraina, ma ieri tutto questo riguardava la Palestina”.

Così Patrick Zaki in apertura del suo intervento al 17° congresso nazionale dell’Anpi in corso a Riccione. Purtroppo –  ha sottolineato durante il  videomessaggio – non avevo avuto modo di approfondire il lavoro dell’Anpi prima di andare in prigione, ma la quantità di solidarietà e sostegno che ho ricevuto da voi è stata talmente grande da farmi sentire come se fossi uno di voi”.

Quindi – ha proseguito – sono rimasto sorpreso dalla quantità di sforzi che generazioni di brave persone hanno fatto per rendere questo mondo un posto più sicuro e pacifico. Raccogliere dati e raccontare storie  è stato importante, se nessuno conoscesse la mia storia, probabilmente sarei ancora in prigione, non avrei riconquistato nessuna parte della mia libertà, se non fosse stato per ogni persona che ha deciso di essere la mia voce”.

Zaki ha  ricordato inoltre “le migliaia di prigionieri per reati di opinione in tutto il mondo che stanno perdendo la loro vita in prigione perché hanno detto la loro verità”, ed ha chiesto di ricordarsi di loro e continuare a “essere la loro voce, come voi siete stati la mia quando ero nei loro panni”.

“Sono grato a tutti quelli che sono qui oggi, per aver dedicato un po’ del loro tempo a lavorare per ciò in cui credono”, ha concluso.

 

(foto Ansa)


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