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Sostenere i giornalisti bielorussi e russi, l’impegno dei colleghi europei

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Mettere in grado i giornalisti ucraini di continuare a lavorare in condizioni di maggior sicurezza, anche fornendo loro un equipaggiamento adeguato di protezione;
Mantenere e rafforzare il supporto anche economico si giornalisti Bielorussi indipendenti ;
Sostenere i giornalisti indipendenti in Russia attraverso partnership e training professionali in Europa, soprattutto nelle università ;
Procurare visti umanitari ai giornalisti Russi e Bielorussi nel mirino del regime e ai loro familiari;
Intavolare colloqui con le autorità ucraine perché inducano le banche ucraine a sbloccare i conti dei giornalisti Bielorussi ;
Incoraggiare e sviluppare i rapporti professionali e sindacali tra le organizzazioni dei giornalisti e tra giornalisti in tutta la regione.
Sono queste le proposte uscite dalla Free European media 2022 che si è tenuta ieri e oggi a Danzica, in Polonia, organizzata dalla Federazione europea dei giornalisti insieme con il Consiglio d’Europa. La Conferenza è stata dominata dal tema della sicurezza e della libertà di espressione dei giornalisti di fronte al devastante conflitto scatenato dalla Russia di Putin contro l’Ucraina. Tra l’altro, già 1,3 milioni di profughi sono stati accolti in territorio polacco.
La Efj ha anche fatto presente che molti giornalisti ucraini non vogliono espatriare ma hanno manifestato alla Federazione europea la volontà di restare e coprire gli eventi della guerra contrastando la propaganda russa. Per loro sono necessari anche equipaggiamenti di sicurezza come giubbotti antiproiettile.
I giornalisti russi presenti oggi hanno denunciato la martellante propaganda putiniana e hanno osservato che la gran parte della popolazione russa, storicamente, non è abituata a porsi con un atteggiamento critico o anche interrogativo rispetto a quanto viene divulgato dai media di Stato.
I colleghi Bielorussi hanno denunciato l’esistenza di oltre mille prigionieri politici tra cui circa trenta operatori dell’informazione, mentre Gulnara Khundova, che guida il dipartimento “Global Response” dell’IMS (International media support) ha spiegato che molti di questi prigionieri nelle carceri bielorusse devono affrontare violenze di ogni tipo , tra cui quelle sessuali. È molto importante, ha aggiunto, tenere gli occhi aperti su tutta la regione: anche Moldavia, Georgia, Armenia sono soggette alla propaganda di Mosca, che cerca di fare il lavaggio del cervello alla popolazione per preparare il terreno a governo totalmente filorussi. E mentre l’Ucraina era dotate di ottime strutture mediatiche contro la propaganda russa, Georgia e Armenia sono le più vulnerabili. In Moldavia i giornalisti d’inchiesta, molto attivi – ha spiegato Khundova – hanno cercato di capire e denunciato chi e quali interessi ci siano dietro la disinformazione e la propaganda e il governo sta cercando faticosamente di avviare riforme sui diritti umani che vanno verso gli standard del Consiglio d’Europa. Proprio per questo, però, il paese e i suoi giornalisti si trovano in una posizione particolarmente rischiosa.


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