ROMA – Visto nel momento in cui infuria la guerra in Ucraina, l’epica messa in scena di “M. Il figlio del secolo” – riduzione di Massimo Popolizio del romanzo storico del premio Strega 2019 Antonio Scurati su Benito Mussolini – fa riflettere: ci si rende conto che la rappresentazione non parla solo di ieri, purtroppo anche di oggi. 31 quadri teatrali tentano, come il libro, la risposta alla domanda inesausta, su come un personaggio senza particolari qualità, arrogante e distruttivo, sia riuscito in pochi anni, partendo da una disfatta elettorale, a raggiungere un consenso crescente che l’ha identificato nell’ “uomo della provvidenza”, permettendogli di istituire una dittatura brutale con l’approvazione della Chiesa, della Monarchia, dell’Industria, del Popolo italiano. Interpretano Benito Mussolini sia Massimo Popolizio, sia Tommaso Ragno, quest’ultimo pur non somigliando per nulla al duce ne comunica con forza l’interiorità. Popolizio è il Mussolini “teatrante”, chi in pubblico recita una parte, chi ha precorso una strategia comunicativa che oggi definiamo populismo, Tommaso Ragno è il suo doppio. Il Mussolini che Tommaso Ragno impersona con grande maestria è una figura tragicamente ordinaria, uno che oggi definiremmo ”maschilista”, che eccelle nell’arte di mentire, che non ha scrupoli rispetto alla vita e alla morte dei suoi simili.
Ogni quadro ha un titolo, non sempre identico a quello del romanzo originale, ma dialoghi e personaggi sono ricavati dalle parole del libro. Diciotto attori ci raccontano i sei anni che videro comparire sulla scena della storia Benito Mussolini: dal 1919, quando fu ritenuto spacciato giacché il suo movimento aveva ottenuto soltanto 2100 voti alle prime elezioni libere del dopoguerra, all’affermarsi dei fasci di combattimento, alla Marcia su Roma, al dilagare dello squadrismo, fino al discorso di Mussolini in Parlamento, il 3 gennaio del 1925. Protagonista non è solo Mussolini, bensì tutti: Marinetti, D’Annunzio, Italo Balbo, Margherita Sarfatti l’amante intellettuale che incoraggiò e guidò la scalata al potere del duce, gli antifascisti Pietro Nenni e Giacomo Matteotti, l’emblematico trasformismo di Nicola Bombacci: prima socialista, poi fascista, poi fucilato dai partigiani. Commovente la figura di Giacomo Matteotti, la sua relazione epistolare con la moglie, impressionanti le aggressioni subite, la sua morte. Sullo sfondo l’eco dell’Italia intera.
“M. Il figlio del secolo” non pende verso un’ideologia ma, calandosi nella psiche umana e rispettando i fatti, dipinge i protagonisti scevro da tendenziosità: se Mussolini fa una pessima figura, anche i socialisti hanno le loro colpe nel non aver saputo fronteggiare la dittatura. Lo spettacolo dura tre ore, durante le quali la tensione e l’interesse non scemano, grazie anche a una scenografia di elegantissima efficacia, dai plumbei colori che mutano al nero, al bianco, al colore del sangue. Ambientazione simbolica che, attraverso cubi, trapezi e macchinari, bene lascia immaginare i luoghi. Sullo sfondo parlano dipinti, réclames, filmati d’epoca tratti dall’archivio storico Luce Cinecittà. La colonna sonora imprime emozioni peculiari: ad esempio durante l’ascesa di Gabriele D’Annunzio, ironicamente cinto dal coro del Messiah di Hendel “For unto us a Child is born”, su una scala coperta dalla bandiera con stemma regale. Il pubblico dell’Argentina ha battuto le mani a lungo e con entusiamo: uno spettacolo da non mancare.
Teatro Argentina
4 marzo – 3 aprile 2022
M. IL FIGLIO DEL SECOLO
uno spettacolo di Massimo Popolizio, tratto dal romanzo di Antonio Scurati
collaborazione alla drammaturgia Lorenzo Pavolini
scene Marco Rossi, costumi Gianluca Sbicca
luci Luigi Biondi, suono Sandro Saviozzi
video Riccardo Frati, movimenti Antonio Bertusi
con
Interpreti Personaggi
Massimo Popolizio Benito “il teatrante”
Tommaso Ragno Benito Mussolini
e con
Sandra Toffolatti Manifestante socialista, Margherita Sarfatti
Paolo Musio Passante milanese, Stefano Pittaluga,
Cesare Sarfatti, Pietro Nenni, Italo Balbo
Raffaele Esposito Guido Keller, Giacomo Matteotti
Michele Nani Reporter
Tommaso Cardarelli Filippo Tommaso Marinetti, Umberto Pasella,
Nicola Bombacci, voce Natale,
Conte Carminati Brambilla, Emilio De Bono,
Giuseppe Viola
Alberto Onofrietti Domenico Ghetti, camionista, operaio,
voce Natale, parlamentare, soldato,
Amerigo Dumini
Riccardo Bocci Gabriele D’Annunzio, cartomante, donna delle pulizie,
comandante, carabiniere, magistrato
Diana Manea Manifestante socialista, ragazza di Fiume,
Ida Dalser, donna socialista
Michele Dell’Utri Ferruccio Vecchi, Giovanni Gasti, operaio,
tipografo, parlamentare,
Cesare Maria De Vecchi, Augusto Malacria
Flavio Francucci Edmondo Mazzucato, portiere d’albergo,
operaio, voce Elezioni Rosse, Giovanni Cerea,
parlamentare, Michele Bianchi, Ovidio Caratelli
Francesco Giordano popolano, ubriaco, palramentare
e con
Gabriele Brunelli Ardito, operaio, contadino piacentino,
guardia giurata, parlamentare, Albino Volpi
Giulia Heathfield Di Renzi Manifestante socialista, Bianca Ceccato,
ragazza fascista
Francesca Osso Manifestante socialista, ragazza di Fiume,
Velia Titta, Rosa Vagnoli
Antonio Perretta Passante milanese, soldato, socialista,
parlamentare, segretario, netturbino, magistrato
Beatrice Verzotti Manifestante socialista, ragazza di Fiume,
operaia, albergatrice, Rachele Mussolini,
Contessa Giulia Mattavelli, bagnante
produzione Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa, Luce Cinecittà
in collaborazione con il Centro Teatrale Santacristina
orari
prima ore 20.00, martedì e venerdì ore 20.00, mercoledì e sabato ore 19.00, giovedì e domenica ore 17.00
giovedì 17 e giovedì 31 marzo ore 20.00
lunedì riposo
biglietti da € 40 a € 25 | durata 3 ore
Informazioni e prenotazioni Tel. 06 684000314 – biglietteria@teatrodiroma.net
Largo di Torre Argentina, 52 – 00186 Roma