È stata la prima marcia della società civile siciliana contro la mafia, tra i comuni di Bagheria e Casteldaccia, dove, il 26 febbraio 1983, cittadini, preti, studenti politici di diverso orientamento hanno formato un corteo compatto contro quel “triangolo della morte” dove ogni giorno si sono consumati delitti mafiosi. Lunedi 21 febbraio, 39 anni dopo quella prima marcia, l’iniziativa sarà ricordata con gli studenti, in un incontro-dibattito all’istituto comprensivo di Casteldaccia. A discuterne con gli alunni saranno due promotori di quella manifestazione, Vito Lo Monaco, presidente del Centro Studi Pio La Torre, e Padre Michele Stabile, storico, insieme a Giovanni Taibi, dirigente scolastico e Gisella Farina, docente referente per la legalità nell’istituto.
“Verso un futuro senza mafia” il titolo dell’iniziativa che, per le norme anti – contagio, sarà replicata nei prossimi giorni con gli studenti delle scuole di Bagheria e Altavilla.
“La marcia del 26 febbraio 1983 vide un corteo lungo tre chilometri congiungere Bagheria a Casteldaccia, attraverso la ‘strada dei Valloni’, allora via di fuga dei killer e dei latitanti mafiosi – ricorda Vito Lo Monaco – Quella marcia fece scalpore perché metteva insieme contro la mafia preti e comunisti, cittadini e politici, era trasversale e popolare. La marcia servì a spingere la politica ad applicare la prima legge antimafia dello Stato, la Rognoni – La Torre, approvata solo dopo l’assassinio di La Torre e del prefetto Dalla Chiesa. Oggi la pandemia ci costringe a ripensare le forme di mobilitazione, ma non ferma la necessità di fare un fronte comune contro le mafie, in un passaggio di testimone con gli studenti”.