L’Associazione Articolo 21 liberi di ha fatto vent’anni. Nata a difesa dei valori costituzionali in un periodo in cui la Costituzione italiana era drammaticamente sotto attacco. La “discesa in campo” di un industriale lombardo, Silvio Berlusconi, proprietario della Fininvest, banche, assicurazioni, centri commerciali, imprese di costruzioni, che ancora oggi si porta dietro molti dubbi sulla provenienza dei soldi da cui è nato il suo impero economico, responsabile anche per aver sdoganato l’estrema destra quella di Forza Nuova e CasaPoud, i fascisti del terzo millennio. Tutto questo avveniva mentre in Europa dilagava razzismo e antisemitismo.
Berlusconi, soprannominato “Sua Emittenza”, diventa presidente del Consiglio in pieno conflitto d’interesse in quanto proprietario di Mediaset, il polo commerciale della tv italiana, da capo del Governo si impadronisce anche, con l’inserimento di uomini di fiducia, alcuni proveniente direttamente da Mediaset, della Rai.
Il 27 febbraio 2002 è la data di costituzione dell’Associazione, ciò avviene alla vigilia dell’atto più violento nei confronti della libertà di espressione sancita dalla Costituzione e del diritto dei cittadini di esseri informati. Il 18 aprile Berlusconi a Sofia, durante una conferenza stampa con il premier bulgaro, di fronte a centinaia di giornalisti, emana il così detto editto bulgaro nei confronti di Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e Michele Santoro accusandoli di aver fatto “un uso criminoso della tv pubblica”. Da quel momento parte il periodo più buio dell’informazione del servizio pubblico e non solo. I tre “criminali” vengono cacciati dalla Rai, le redazioni dei loro programmi smantellate, per Luttazzi, a distanza di vent’anni, le porte della Rai sono ancora chiuse.
Sempre in quel periodo gli atti di censura si moltiplicano non solo nei confronti dei giornalisti non “allineati” ma anche nei confronti di alcuni comici (Sabina Guzzanti, Paolo Rossi, Enrico Bertolino, Paolo Endel) rei di aver raccontato nei loro monologhi il tentativo di arrivare al pensiero unico, ricordando che Berlusconi era iscritto alla loggia segreta del venerabile Licio Gelli. Contro tutto questo nasce Articolo 21, tra i soci fondatori nomi che hanno fatto la storia del giornalismo e che la loro vita è stata votata alla libertà e all’indipendenza: Federico Orlando, Enzo Biagi, David Sassoli e Sergio Lepri, che nel frattempo ci hanno lasciato ma il loro esempio, le loro idee continuano ad accompagnarci. Al fianco di Articolo 21, in questi vent’anni, sono state le comunità, l’insieme dei cittadini, il loro sostegno non è mai mancato, linfa vitale per tante battaglie. Per questo l’Associazione ha deciso, in ricordo della sua fondazione di intraprendere un viaggio lungo tutto il 2022 per consegnare ad alcune comunità la tessera onoraria di Articolo 21 sotto forma di targa. Il viaggio è partito il 20 gennaio dall’Emilia-Romagna, terra di Resistenza, Libertà e Antifascismo, due le comunità incontrate, la prima e stata quella di Marzabotto, la motivazione sta nelle parole di David Sassoli che, nominato da pochi mesi presidente del Parlamento Europeo espresse davanti al Sacrario dei morti della strage nazifascista: “In questa terra, in questi luoghi è nata l’Europa”.
L’Antifascismo è il filo conduttore che unisce il percorso fatto il 20 gennaio con Giuseppe Giulietti, oggi presidente della FNSI, per anni portavoce nazionale dell’Associazione, Francesco Cavalli che con Mattia Motta è portavoce regionale e dal sottoscritto a nome del presidente nazionale Paolo Borrometi e di tutti gli iscritti. A Marzabotto alla Casa della Cultura e della Memoria che comprende anche Emergency con una lapide dedicata a Gino e a Teresa Strada, Libera di don Luigi Ciotti e sulla facciata, sempre per non dimenticare le immagini di Giulio Regeni e Patrick Zaki, è avvenuta la consegna della targa alla comunità rappresentata dalla sindaca Valentina Cuppi, da Ferruccio Laffi sopravvissuto alla strage nazifascista dell’ottobre ’44, da Valter Cardi presidente del Comitato per le Onoranze ai caduti e da Gianluca Luccarini presidente dell’Associazione familiari vittime di Monte Sole. La memoria è fondamentale non solo per non dimenticare ma per segnare il percorso che ci deve portare al futuro, “La Libertà”, come diceva Enzo Biagi “non la si può avere per decreto bisogna conquistarla giorno per giorno”.
Da Marzabotto a Pianaccio frazione di Lizzano in Belvedere, all’interno dell’Appennino Tosco-Emiliano, dove nel 1944 Biagi, nome di battaglia il Giornalista, fece il partigiano realizzando il giornale “Patrioti” per informare i cittadini dell’attività della Brigata, dei caduti per mano dei nazifascisti. A Pianaccio è nato il Centro Documentale Enzo Biagi, esattamente di fronte alla casa dove il grande giornalista ha visto la luce, è l’unico luogo che raccoglie la sua intera attività professionale: libri, giornali e i programmi tv grazie a un accordo tra comune con Teche Rai e Sede Rai per l’Emilia-Romagna, a disposizione di chi vuole conoscere il pensiero del giornalista e fondatore di Articolo 21. La targa-tessera onoraria per la comunità e per la famiglia Biagi è stata consegnata al sindaco Sergio Polmonare e al consigliere per la Cultura, responsabile del Centro Documentale Paolo Maini.
L’Antifascismo ha creato il percorso di Articolo 21, ma sono gli uomini con il loro esempio che uniscono e rafforzano le comunità come don Giovanni Fornasini, ricordato durante la consegna della targa, prete antifascista e partigiano, medaglia d’oro al valor militare alla memoria, nato a Pianaccio, parroco a Sperticano, trucidato dai nazifascisti il 13 ottobre 1944 a San Martino di Caprara, aveva 29 anni, proclamato beato il 26 settembre 2021.
L’inizio del viaggio di Articolo 21 ha coinciso con la morte dello storico direttore dell’Ansa Sergio Lepri che, come Biagi, è stato partigiano nella Brigata Giustizia e Libertà. Entrambi hanno più volte raccontato che quei mesi di resistenza sull’Appennino a combattere i nazifascisti per liberare l’Italia è stato il periodo più importante della loro vita portando per sempre nel cuore una canzone: “Bella Ciao, Bella ciao. Una mattina mi son svegliato e ho trovato l’invasor”.