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Precariato, minacce e querele bavaglio: Fnsi e Aser al fianco di Valerio Lo Muzio

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Solidarietà al giornalista precario di Repubblica Valerio Lo Muzio, minacciato sia di persona che all’interno di gruppi no vax e denunciato dalle stesse persone oggetto delle sue inchieste, e sostegno a tutti i precari. Ad esprimerli da Bologna, nell’ambito di una conferenza stampa indetta dall’Associazione Stampa dell’Emilia-Romagna, il presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana, Giuseppe Giulietti.

«La libertà di stampa in questa regione è sotto attacco», lancia l’allarme il presidente dell’Aser, Matteo Naccari, aprendo l’incontro. Il tema riguarda le minacce fisiche e online ai cronisti, istituzioni che vorrebbero scegliere chi far partecipare e chi no agli incontri con la stampa o che spendono i soldi dei contribuenti «per andare contro il giornalista e quindi tappargli la bocca», affonda Naccari.

Il precariato nel giornalismo, spiega l’Aser, rischia di rendere i cronisti più deboli nello svolgimento del lavoro. Il caso portato dall’Associazione è quello di Valerio Lo Muzio, videomaker che per la Repubblica Bologna documentò il caso di un pub bolognese aperto a gennaio 2021 nonostante le limitazioni. Lo Muzio ha raccontato le minacce ricevute negli ultimi mesi e il difficile percorso giudiziario che ha dovuto affrontare solo per aver svolto il proprio lavoro. Un caso purtroppo non isolato.

«Trovo vergognoso che ci siano editori che seguano processi di giornalisti minacciati e che non si costituiscano parte civile perché questi colleghi non sono contrattualizzati», tuona Giulietti che torna a chiedere una norma di legge contro chi “molesta” il diritto di cronaca. «Da Bologna – l’esortazione del presidente della Fnsi – deve partire un percorso che non può essere accantonato. Parta da qui una grande mobilitazione in difesa dei colleghi precari, minacciati e vittime di querele bavaglio. Mobilitazione che vedrà insieme su questi temi Federazione e Ordine dei giornalisti».

A inizio febbraio Lo Muzio sarà davanti al gup: il titolare del pub lo ha denunciato per diffamazione, diffamazione a mezzo stampa, violazione del codice della privacy, molestie e violenza privata, mentre un avventore lo ha denunciato per diffamazione e violazione del codice della privacy. Per entrambi il pm ha presentato richiesta di archiviazione, ma nel secondo solo per la “tenuità” del fatto. «Penso che sia ingiusto visto che c’erano tutti i criteri di notiziabilità», ribatte Lo Muzio, che ha presentato querele per le minacce di morte e gli insulti ricevuti.

«Nessuna delle persone che ci insultano e ci picchiano sono punite, perché la magistratura in questo caso purtroppo è carente», incalza Naccari, che richiama i politici del territorio: «Alle nostre sollecitazioni non hanno mai risposto, se non qualcuno».

A prendere la parola durante la conferenza, fra gli altri, Valerio Tripi, ex collaboratore di Repubblica Palermo, uno degli animatori del Coordinamento dei precari del quotidiano diretto da Maurizio Molinari, Silvestro Ramunno, presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia Romagna, che ha ricordato l’esperienza dell’Osservatorio sulle minacce ai cronisti promosso dal Consiglio regionale, e Serena Bersani, che dell’Osservatorio è la coordinatrice, la quale ha posto l’accento sugli attacchi che arrivano ai giornalisti attraverso il web e i social network.
(Nella foto l’incontro di oggi)


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