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Traffico di vite umane. La rotta tra oriente e nord Europa i cui flussi economici viaggiano su universi non tracciabili

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Solo nel 2021 e solo in provincia di Lecce, sono sbarcati 3mila 415 migranti di cui 187 donne e 700 minori in 54 differenti sbarchi. I dati sono ufficiali, forniti da prefettura e questura di Lecce. Numeri che forniscono il quadro di una situazione al collasso, con centri accoglienza gremiti al punto da dover spostare gli stranieri in Calabria, a Crotone,  in autobus per mancanza di posti letto e allarme sanitario a seguire, a causa dei numerosi casi di positività a Covid-19.

L’operazione di contrasto al traffico di vite umane portata a termine in Puglia dalle fiamme gialle nelle ultime ore, con ben 47 arresti tra Italia ed estero conferma la presenza di una rete criminale internazionale di tutto rispetto, che ancora è forte di un sistema finanziario parallelo che crea non poche difficoltà alle forze dell’ordine durante l’attività investigativa (ogni migrante versa da 6 a 10mila euro in medi)

“Il sistema utilizzato si chiama Hawala – spiega il colonnello Stefano Ciotti, comandante provinciale della guardia di finanza di Lecce- “è un sistema fiduciario che si fonda sulla conoscenza diretta degli interlocutori e crea molte difficoltà di ricostruzione dei flussi finanziari anche per gli investigatori. Non ci sono mezzi bancari tradizionali, è un sistema etereo e complesso nei tracciamenti  che fa leva su una fitta rete di mediatori”.

È altrettanto complesso il reticolato composto da diverse cellule sparse in diversi Paesi del mondo, che costituiscono l’organizzazione criminale, poiché le coste pugliesi e salentine sono solo un piccolo tratto di un viaggio più lungo “alcuni migranti fuggono dalle guerre, altri cercano una posizione economica e lavorativa dignitosa o il ricongiungimento familiare. La costa pugliese – aggiunge il comandante – è il primo punto d’approdo, porta d’accesso orientale verso l’Europa. Il punto di arrivo non è neanche l’Italia, ma l’Europa settentrionale e centrale, Olanda, Francia, Germania, Austria. È lì che alcuni migranti si ricongiungono con familiari in alcuni casi. Le nostre indagini hanno riscontrato che chi si approccia all’organizzazione per arrivare in Europa ha un pacchetto all inclusive con supporto logistico dalla partenza fino alla destinazione finale. C’è un piano ben definito, una logistica importante come denota l’interconnessione di cellule diverse sia per compiti che per ubicazione”.

A Bari, per fare un esempio, c’era la cellula che recuperava sia i migranti arrivati nel Salento, che gli scafisti  mimetizzati tra loro, da riportare in Grecia per i viaggi seguenti.

Il tutto accade nel silenzio della criminalità organizzata salentina. Un particolare non di poco conto.

“Allo stato non sono emerse interferenze della criminalità locale in questa vicenda ed è difficile dare una lettura a tale circostanza”, spiega il colonnello Ciotti.

Che quello dei migranti non sia stato percepito come un affare remunerativo dalla mafia locale? O c’è forse una sorta di pax, di tolleranza costruita negli anni del traffico di droga e bionde?

Dal 2021 ad oggi nella sola provincia di Lecce sono giunti circa 4mila migranti, numero elevato per una costa piccola, che però non ha la copertura mediatica degli sbarchi che si registrano su altre coste del sud Italia  ma “la rotta migratoria salentina resta importante, ma i numeri più contenuti rispetto a rotta siciliana e per fortuna non ci sono stati incidenti. Al pari del fenomeno in Sicilia abbiamo un sistema di accoglienza che lavora bene. Il rischio nel Salento è legato alla capienza delle strutture disponibili, perché talvolta  molti sbarchi si concentrano in momenti specifici e creano sovraffollamento delle strutture disponibili”.


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