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Addio David Sassoli, uomo di Europa e di pace

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In un post su Facebook del 29 aprile 2016 l’allora vicepresidente del Parlamento Europeo David Sassoli scriveva: “In memoria di Mohamed Wasim Moaz, l’ultimo pediatra di Aleppo, ucciso da un bombardamento sull’ospedale. Da oggi tanti bambini non hanno più cura e speranza. Un giorno nero per l’umanità”. Mi piace rendergli omaggi così, ricordando la sua profonda sensibilità e attenzione verso gli ultimi, verso i fatti del mondo, anche lontano dai nostri occhi.  In queste ore in molti lo stanno ricordando per il suo impegno come giornalista e come uomo delle istituzioni, citando estratti dei suoi interventi in favore di un’Europa unita, nata sulle ceneri di una guerra, un’Europa dei popoli e per i popoli.

Ha difeso i valori della libertà e dell’uguaglianza, senza esitare a esporsi, come aveva fatto più volte in occasione appunto dei bombardamenti governativi in Siria, o delle offensive della Turchia contro i territori curdi suscitando l’ira delle autorità di Ankara, o come aveva fatto contro le continue violazioni delle autorità russe ai danni di attivisti e giornalisti. Il 30 aprile 2021 lui stesso scrisse: “Sono appena stato inserito tra le personalità non gradite dalla Russia di Putin. E questo a causa delle mie ripetute prese di posizione in favore della libertà di espressione e di pensiero e in difesa dei dissidenti politici. Di una cosa si può essere certi: non mi lascerò intimidire”.

Lo ricordo in occasione della conferenza stampa che si è tenuta alla sede della Federazione Nazionale della Stampa (Fnsi) nel giorno del settimo anniversario del rapimento in Siria di padre Paolo Dall’Oglio, il 29/07/2020. David Sassoli inviò un video messaggio in cui, per descrivere il gesuita parlò di “preghiera, forte lettura della contemporaneità e grande fiducia negli uomini”. Il presidente del Parlamento Europeo sollecitò a non disperdere il grande patrimonio di Padre Paolo, definendolo “figura contemporanea, con valori a fondamento del progetto europeo come la riconciliazione, la convivenza tra diversità, la solidarietà, la cura e l’armonia tra religioni e comunità”.

Quelle stesse parole oggi suonano quasi come un suo lascito non solo a non abbandonare la strada della richiesta di verità per padre Paolo, ma anche a non abbandonare la strada di un’Europa dei popoli, che si impegni per la pace in Europa e nel mondo. Riposa in pace collega.


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