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Il 2022 sia l’anno della ripresa nel segno della legalità e della lotta alle mafie

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Il 2022 sarà l’anno durante il quale saranno celebrati il 30esimo anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio, il 40esimo dell’uccisione politico-mafiosa di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, di Carlo Alberto Dalla Chiesa e dell’approvazione della legge Rognoni-La Torre, prima norma antimafia dopo 122 anni dall’Unità d’Italia, che ha consentito, essendo diventata la madre di tutta la legislazione antimafia attuale, di processare e sconfiggere la mafia di allora e di reprimere le nuove mafie più silenziose e camuffate nell’economia legale globalizzata. Nonostante la repressione e il lavoro culturale e politico del variegato movimento antimafia, le mafie continuano ad esistere perché si avvalgono, come sempre, della collusione, dell’indifferenza, del consenso di una parte della classe dirigente politica, sociale, professionale, economica e istituzionale.

I due anni di pandemia da Covid 19 hanno messo in evidenza i limiti strutturali del sistema Italia con le sue disuguaglianze sociali, territoriali,economiche, educative, col suo pesante debito pubblico e col gravame della sfiducia verso le istituzioni dei cittadini afflitti dalla crisi economica. Pesa inoltre la crisi della democrazia rappresentativa dopo la fine dei partiti della prima Repubblica che ha dato vigore all’antipolitica alimentata dalla destra e non contrastata efficacemente dalla sinistra. Nonostante tutto ciò, la pandemia, con le sue varianti e ondate di contagi, ha registrato nuove forme di civismo solidale dei cittadini che in maggioranza hanno aderito alle campagne di vaccinazione e rispettato le norme anticovid suggerite dalla scienza e prescritte dal governo. Ovviamente si deve prendere atto della mutazione in corso della percezione di un futuro incerto che impone il rovesciamento dell’attuale modello di sviluppo pena la fine della vita umana sul Pianeta. La risposta del governo Draghi col Pnrr, approvato dalla Commissione dell’UE, alla crisi sanitaria e economica è la sfida per un futuro di crescita sostenibile e di superamento della crisi della democrazia rappresentativa. I due anni di Covid 19 sono stati fronteggiati con provvedimenti necessariamente d’urgenza che hanno ridotto il ruolo del Parlamento, degli organismi sociali intermedi e degli stessi partiti personalizzati. Peraltro la crisi dei partiti ha generato un trasformismo politico diffuso che rende incerta ogni decisione parlamentare mentre la pandemia sta ridisegnando tutto: politica, istituzioni, sviluppo economico-sociale, uso d’internet e dei media.

In questo contesto si terrà l’elezione del Presidente della Repubblica. I partiti e i gruppi parlamentari sapranno farsi carico di una scelta unitaria? Sosterranno le politiche di crescita del Pnrr mirando solo all’interesse del Paese e mettendo da parte la politica delle bandierine? Dallo spessore delle risposte che saranno date, potremo misurare lo spessore qualitativo dell’attuale classe dirigente. Essa saprà riconquistare la fiducia dei cittadini, rinunciare a ogni forma di populismo e di antipolitica, usare le nuove tecnologie informatiche per consentire la partecipazione dei cittadini alla politica non come spettatori passivi ma soggetti attivi? Saprà mettere al centro della partecipazione sociale le proposte per eliminare la disoccupazione, le disuguaglianze, garantire un lavoro dignitoso e ben remunerato a tutti, rispettare la parità di genere, i diritti umani, civili e politici, il diritto all’accoglienza dei nuovi dannati della terra? In questo quadro non è secondario richiedere un impegno concreto, non formale e ipocrita, di prevenzione del fenomeno mafioso che sa sfruttare il disagio sociale, le disuguaglianze per arricchirsi col consenso di quella parte compiacente della classe dirigente corrotta.

È prioritario rendere impossibile l’esistenza delle mafie nel futuro prossimo dell’Italia e del Pianeta per assicurare la giustizia sociale e consolidare la democrazia.

L’anno 2022 può essere di cesura rispetto al passato contro le mafie sia a livello nazionale sia internazionale. A livello dell’UE sta crescendo il ruolo della Procura antimafia, a livello ONU si sta lavorando all’adeguamento della Convenzione anticrimine Palermo 2000, diversi paesi del Centro-america guardano con interesse alla legislazione antimafia italiana e studiano gli intrecci, nell’epoca della globalizzazione, tra finanza e riciclaggio degli enormi profitti dell’economia criminale. Naturalmente necessita una volontà politica di collaborazione tra gli apparati repressivi (che in parte c’è) e tra i governi, purtroppo non tutti impegnati a contrastare in modo efficace le mafie.

In Italia il movimento antimafia ha sollecitato i partiti a non delegare alle forze dell’ordine e della giustizia quanto spetta alla politica nel contrasto alle mafie. La prevenzione spetta alla politica, alla pratica dei partiti contro la corruzione, l’illegalità diffusa, l’evasione fiscale, all’azione culturale dei corpi intermedi: sindacati, associazioni di categoria e di antimafia, scuola, chiese, intellettualità.

Le associazioni antimafia, da parte loro, hanno l’obbligo etico e politico della collaborazione unitaria con tutti i soggetti sociali disponibili, rifuggendo da ogni forma di autoreferenzialità senza rinunciare alla propria cultura politica e organizzativa.

In tal senso il Centro studi Pio La Torre, in questi 36 anni dalla sua fondazione, ha lavorato sul piano sociale ed economico contro ogni disuguaglianza e sul piano culturale ha consolidato una collaborazione con la scuola e l’università italiana. Pratica da 16 anni l’utilizzo della videoconferenza per consentire agli studenti di interagire con relatori di alto livello scientifico. In questi due anni di pandemia si è moltiplicata la partecipazione delle scuole alle videoconferenze riconosciute dal Ministero dell’Istruzione quali lezioni di educazione civica. Le scuole sono diventate centinaia e le classi migliaia con decine di migliaia di studenti (compreso quelli di decine Case circondariali).

Piccolo contributo prezioso per fornire alle nuove generazioni gli strumenti culturali per comprendere e combattere il fenomeno mafioso e la sua pericolosità sociale.

La memoria va coltivata traducendola nella società attuale, rifuggendo dalla retorica vuota e ipocrita come ci hanno insegnato tutte le vittime innocenti del sistema politico-mafioso. Con l’impegno di sconfiggere le mafie e il Covid19, Buon Anno a tutt*!

*Presidente del Centro Studi Pio La Torre


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