Redazione della rubrica DALLA PARTE DI LEI
Abbiamo scelto di accompagnare i nostri auguri per Natale e per l’anno che verrà con questa immagine che raffigura Maria assorta nella lettura mentre Giuseppe si prende cura del bambino. È la Natività di Cambridge, miniatura in tempera e oro da un Libro d’Ore, composto a Besançon nel 1450 circa.
Dalla parte di lei, in fine d’anno si prende una pausa. L’ultimo lunedì di dicembre lo “regaliamo” alle nostre lettrici e ai nostri lettori: uno spazio, un luogo di riflessione, di analisi; per un confronto verso nuovi percorsi e nuovi traguardi. Da percorrere insieme stimolando il pensiero critico, qui proposto da donne di ieri e di oggi. Donne che della loro vita, anche inconsapevolmente, hanno fatto un manifesto di emancipazione e libertà, di inclusione, di cura e accuratezza, di rinnovamento culturale e sociale. Paola Drigo, Tina Anselmi, Fabiana Pacella, Tina Merlin, Elisa Salerno: mogli, madri, sorelle, figlie, single. I loro ritratti ci hanno accompagnato da giugno in questo 2021 purtroppo ancora scandito dall’urgenza, dall’emergenza, dall’invadenza della pandemia. Testimoni diverse per età, per vissuto, per estrazione, per formazione. Giornaliste, scrittrici, politiche, storiche: a unirle il destino universale della “questione femminile” che ha mostrato la fatica, la paura, la disuguaglianza, il dolore, la sottomissione, la precarietà di essere donna. Ma anche la volontà di riscatto, la ribellione, la forza e l’affrancamento, l’ostinazione, la determinazione. E soprattutto la generosità, la resistenza, la sorellanza.
Generosità, resistenza e sorellanza che auguriamo a tutte e a tutti di incontrare in questo 2022 che si affaccia. Suggeriamo la lettura di un testo intenso, “sgomentante”, vero, vitale e crudelmente attuale. Alba de Céspedes lo ha scritto nel 1949 con il titolo “Dalla parte di lei”: quello scelto per questa nostra rubrica.
La vita delle donne da allora certo è cambiata. E lo dobbiamo a donne come lei a quelle che vi abbiamo raccontato, vi racconteremo; alle generazioni di donne che ci hanno accompagnato fino a qui. Ma la strada è ancora lunga.
L’ultimo rapporto Censis e anche i dati ISTAT mostrano che a lavorare sono meno del 50% delle donne (il 67% degli uomini): il livello più basso in Europa. Si tratta per lo più di assunzioni precarie: part time e a tempo determinato. La parità salariale rispetto ai colleghi è di là da venire, e le posizioni di vertice risultano tutt’ora eccezioni che confermano la regola maschile.
Donne come uomini purtroppo muoiono sul lavoro: una vergogna nazionale che deve scuotere nel profondo la coscienza collettiva di un paese che fonda la sua identità sul lavoro come diritto. L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro…Articolo 1 della Costituzione. “Colpevole” il silenzio assordante sulle vittime di femminicidio: quante altre donne dovranno essere ammazzate dagli uomini (anche quelli che hanno amato) per insorgere di fronte a questi omicidi efferati? Quante altre volte dovremo leggere di giudici (anche donne) che assolvono il compagno violento perché “a volte il marito deve vincere la resistenza femminile …”
No, non è impossibile cambiare. Con le donne e Dalla parte delle donne si può. Insieme a quegli uomini che hanno capito.