Volti noti e volontari, soccorritori e salvati, donatori e migranti: l’associazione ResQ – People Saving People oggi, domenica 12 dicembre, presenta la lunga diretta (dalle 1600 alle 22,00). Al centro dell’evento l’idea che salvare in mare è un dovere, essere salvati un diritto
Sei ore di diretta per parlare di soccorso in mare, per far parlare le persone che hanno soccorso e le persone che sono state soccorse e che, dal giorno in cui hanno incontrato la nave ResQ People in mezzo al Mediterraneo, hanno cominciato una seconda vita.
È questo, in definitiva, “Un anno nel bene e nel mare”, la maratona di sei ore che si svolge oggi, domenica 12 dicembre, in contemporanea dal Base di Milano e dalla nave a Siracusa. Un ping pong di collegamenti, dal mare e dalla città dove il progetto di ResQ – People Saving People è nato. Soccorritori e salvati, ma non solo: ci saranno anche volti noti e meno noti; testimonianze di volontari e di donatori; interventi di chi non ci sta e non si gira dall’altra parte mentre migliaia di persone (anche quest’anno oltre 1.300) affogano nel Mare Nostrum o altre decine di migliaia (oltre 25 mila nel solo 2021) vengono riportate nell’inferno delle carceri libiche da dove avevano cercato di fuggire; ci saranno le parole dei membri dell’equipaggio che hanno vissuto in prima persona le due missioni realizzate tra l’estate e l’autunno scorso dalla ResQ People, che hanno portato in salvo 225 persone naufraghe migranti.
“Un anno nel bene e nel mare”, quindi, dalle 16,00 alle 22,00. Un appuntamento importante: non solo per questo piccolo-grande popolo che si è stretto intorno a ResQ (oltre 5 mila persone, fra soci, donatori e volontari) che si ritrova a riguardare quello che è stato possibile fare in questo incredibile 2021 e quello che si appresta a fare nel 2022; importante anche perché si parlerà di diritti negati, primo fra tutti la vita, si parlerà del diritto a essere soccorsi e del dovere di farlo da parte della Fortezza Europa. Si parlerà della necessità di soccorrere chi rischia il naufragio, per salvare loro ma insieme i valori della nostra Costituzione e della nostra Europa, oggi così chiusa e cinica nei confronti di persone che scappano da guerre e dittature, o anche solo da una vita indegna di essere vissuta.
Dal palcoscenico del Base e dal ponte della ResQ People verrà sottolineato e ribadito un valore fondamentale per tutti coloro che si sono fatti coinvolgere in questa impresa un po’ folle e un po’ visionaria: salvare una vita è salvare il mondo intero. E se non lo fa l’Italia e l’Europa lo possono fare i cittadini italiani ed europei, la società civile, in tutte le sue espressioni, quale ResQ rappresenta.
Questa domenica, quindi, ResQ festeggia la realizzazione di un’impresa che sembrava impossibile. Ma non solo: chiede aiuto per proseguire nel progetto; soprattutto, ribadisce perché non si può non continuare a soccorrere: non c’è un essere umano che merita più di un altro, non c’è un essere umano che non meriti un salvagente nel mezzo del Mediterraneo, a prescindere dal colore della sua pelle, del suo passaporto, della sua religione, delle stesse ragioni che lo hanno spinto a correre gli spaventosi rischi della traversata del mare.
Questa domenica la diretta racconterà – non enunciando principi astratti ma storie concrete di vita – che un diritto negato a qualcuno è un diritto negato a tutti.
Per chi vuole seguire l’evento, il link alla pagina Facebook è: https://fb.me/e/1QM2WQflG
Luciano Scalettari
(Presidente di ResQ – People Saving People
www.resq.it)