«”Io so, ma non ho le prove”, scriveva Pasolini. Noi abbiamo le prove, a volte sappiamo la verità, ma non riusciamo ad avere giustizia. Penso ai casi di Daphne Caruana Galizia, di Giulio Regeni o di Andy Rocchelli. Non possiamo indietreggiare di un solo passo: dobbiamo continuare a chiedere verità e giustizia. Dobbiamo pretendere giustizia ogni volta che croniste e cronisti subiscono violenza, minacce, intimidazioni o molestie». Così il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, aprendo la riunione della Commissione pari opportunità del sindacato organizzata nell’ultima giornata di mobilitazione contro la violenza sulle donne, che coincide con l’anniversario della proclamazione della Dichiarazione universale dei diritti umani.
«La Fnsi – ha aggiunto Giulietti – sarà in tribunale ovunque una collega o un collega sarà vittima di attacchi, intimidazioni o molestie. Ho chiesto al presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine, Carlo Bartoli, e a Paola Spadari, prima donna segretaria del Cnog, di costituirci sempre insieme parte civile e insieme di reclamare l’intervento delle istituzioni. Nei prossimi giorni chiederemo nuovi incontri al Comitato cronisti minacciati della commissione Antimafia e all’Osservatorio del Viminale sugli atti intimidatori. Porteremo la proposta di introdurre norme più stringenti a tutela del diritto di cronaca».
Alla riunione, moderate dalla presidente della Cpo Fnsi, Mimma Caligaris, hanno partecipato, in presenza e collegate in videoconferenza, fra le altre, Antonella Alba, Greta Beccaglia, Alessandra Rossi, che hanno portato la testimonianza delle minacce e molestie subite durante lo svolgimento del loro lavoro. Silvia Garambois ha presentato la “Mappa dell’intolleranza 2021″ realizzata da Vox Diritti con la collaborazione dell’associazione Giulia Giornaliste.
La Commissione pari opportunità della Fnsi ha fortemente ribadito la necessità che i media si occupino di molestie sul lavoro, per le gravi, accertate, conseguenze personali e professionali che queste comportano. Un tema sempre sottovalutato dagli organi di informazione. «L’esclusione di casi eclatanti non può più essere considerata eccezionale ed episodica, ma è in realtà lo specchio di quanto avviene spesso nel silenzio», è la denuncia della Cpo Fnsi, che promuoverà una serie di azioni per far emergere il problema – che spesso riguarda direttamente le giornaliste – anche facendo rete con gli organismi di categoria e non solo”.