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“Negro di m….”, così il razzismo attraversa gli spalti dei tornei minori. Due episodi fotocopia nel Lazio

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L’ultimo è stato l’Atletico Diritti, una squadra di calcio il cui nome dice già molto. La scorsa settimana durante una partita di seconda categoria nel Lazio i giocatori di colore dell’Atletico sono stati pesantemente apostrofati con insulti razzisti da una parte della curva che seguiva la squadra avversaria. A raccontarlo in un post è stata la stessa società.
“‘I problemi sempre con questi negri succedono”’. Questo ci hanno detto domenica nel secondo tempo della partita del campionato di seconda categoria laziale. La nostra squadra di calcio maschile era impegnata in un match casalingo quando a un certo punto hanno iniziato a piovere insulti all’indirizzo esclusivo dei nostri ragazzi di colore. ‘Sei lurido’, ‘Non ti do la mano perché mi sporchi’, ‘Negro di merda’, queste alcune delle frasi pronunciate dai giocatori avversari.
Chi ci conosce sa che la nostra polisportiva è nata nel 2014 proprio per contrastare nello sport, con lo sport e attraverso lo sport il razzismo e qualsiasi altra forma di discriminazione. Non possiamo che denunciare con forza quanto successo ieri, perché indecente, vergognoso e non più tollerabile in qualunque contesto. Chi non è in grado di stare su un campo sportivo dovrebbe essere allontanato, perché le manifestazioni sportive devono potersi svolgere in un clima di assoluto rispetto di tutti i partecipanti. Chiediamo a tutti gli organi competenti di lavorare affinché più nessuno, bambino o bambina o adulto possa essere più offeso per il suo colore della pelle”. Purtroppo è solo l’ultimo di una lunga serie di episodi razzisti che da alcuni mesi attraversano tutti i campi delle categorie minori quando toccano palla calciatori di colore. La battaglia contro le discriminazioni pur promossa dalla Fgci e Uefa non arriva nelle periferie dove le squadre non inseguono semplicemente un risultato ma fanno qualcosa di più e di diverso: insegnano a ragazzini dalle vite molte volte difficili a stare in squadra, a riconoscersi parte di un gruppo, a stare insieme a rispettare le regole, a non andare in strada ma a scegliere lo sport. Tre settimane fa la scena dei “buuu, scimmia, negro di merda” si è vista sul campo del Norma (in provincia di Latina) durante la partita contro “Briganti Itri”. A pochi minuti dalla fine sono partiti fischi e buuu all’indirizzo di due giocatori di colore dei “Briganti” e a quel punto la squadra ha chiesto all’arbitro di sospendere il match. Così è stato, tutti negli spogliatoi in anticipo e partita persa a tavolino per la formazione del Norma i cui tifosi avevano messo in atto i cori razzisti. I due giovani di colore sono ospiti di un progetto Sprar. “Studiano e lavorano nel nostro territorio e si sono perfettamente integrati nel tessuto sociale del paese. Questo dell’integrazione è un discorso che portiamo avanti da sempre, cercando collaborazione. Non ci interessa il risultato, questi episodi non sono tollerabili”, ha detto l’allenatore. Il percorso nei campionati minori è comunque in salita e somma tanti fattori: la rabbia delle periferie, una forma strisciante di razzismo verso gli immigrati e soprattutto coloro che si trovano presso le strutture del Ministero dell’Interno in attesa del riconoscimento dello status di rifugiati politici.


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