Condizioni strutturali e igieniche inaccettabili al Reparto “Sestante” del carcere di Torino. La denuncia del Garante

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“Condizioni materiali e di vivibilità ben inferiori agli standard di salubrità e dignità delle persone ospitate: il tutto in una struttura che deve essere connotata dal suo essere ‘sanitaria’, pur all’interno di un Istituto detentivo. Materassi scaduti e letti privi di lenzuola. Presenza e utilizzo di una “cella liscia” (la stanza 150) in condizioni strutturali e igieniche inaccettabili con water a vista e privo di lavabo. Mancanza di ogni attenzione trattamentale nei confronti delle persone ristrette in tali ambienti.” Sono solo alcuni degli elementi riportati nei Rapporti del Garante nazionale a seguito di ben sette visite effettuate nel Reparto “Sestante” dell’Istituto “Lorusso e Cutugno” di Torino, in particolare a una delle sue articolazioni: la prima visita nell’ottobre del 2017 e l’ultima a giugno 2021. Nonostante gli impegni presi dalle Amministrazioni in risposta alle Raccomandazioni formulate e nonostante le continue sollecitazioni, l’ultima visita di giugno aveva confermato le condizioni immutate in una considerevole parte del Reparto. L’unico sostanziale passo avanti è stato la chiusura e disattivazione della “cella liscia”, come richiesto dal Garante nazionale sin dal 2018.  Confidando in un Rapporto positivo di collaborazione, il Garante finora ha continuato nella sua azione di pressione volta a risolvere tale situazione che, oltre a essere offensiva per le persone e per la complessiva coscienza democratica del Paese, pone anche il nostro sistema a rischio di condanna da parte degli Organi di controllo sovranazionali. Forse la rilevanza mediatica dopo l’opportuna visita di Antigone e l’ampio riflesso mediatico di quanto osservato porterà il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e le autorità sanitarie responsabili localmente a mettere finalmente mano alla situazione, ripristinando condizioni rispettose della dignità delle persone. Rimane tuttavia la negatività dell’inerzia finora riscontrata nonostante i numerosi solleciti rivolti dal Garante nazionale a entrambe le Amministrazioni responsabili – giustizia e salute – rispetto al tema della dignità di chi ha bisogno di cura; tema che facilmente viene indicato come prioritario e troppo spesso rischia di incagliarsi nello scambio reciproco di responsabilità.


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