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“Madri al confine”, la protesta delle mamme in supporto dei migranti in Polonia

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Madri al confine’ è il nome dato a una delle manifestazione di protesta che si è svolta in Polonia sabato scorso 20 novembre nella città di Hajnowka, vicino al confine bielorusso per esprimere il sostegno ai migranti, chiedere l’accesso dei medici nell’area di confine, e l’ingresso alle organizzazioni umanitarie.

I manifestanti hanno cantato slogan come “Il posto della gente non è nella foresta”, ed hanno chiesto aiuto per le persone intrappolate al confine polacco-bielorusso, e al tempo stesso hanno mostrato le fotografie dei rifugiati in condizioni di disagio.

La protesta delle madri, è stata portata avanti più che altro da donne in solidarietà della mamma siriana che ha perso il bimbo di un anno, morto a causa del freddo nella foresta.

“Chiediamo l’apertura del corridoio per gli aiuti umanitari e medici ai rifugiati nella foresta”, ha detto Maya, una delle attiviste.

Sono una mamma – ha detto Ola, un’attivista – e non riesco a trovare le parole per spiegare ai miei figli il perché di quello che sta accadendo. Non si possono lasciare le persone a morire al freddo”.

Siamo qui per opporci fermamente a tutto questo, perché vogliamo che nessuno nel nostro paese muoia nella foresta, che nessuno muoia di fame e che nessuno sia detenuto nella foresta”, ha affermato Adrianna Klimaszewska, un’attivista sociale di Wroclaw che ha preso parte alla protesta.

La manifestazione ad Hajnówka è la seconda organizzata dal gruppo “Madri al confine”.

È stato deciso dal gruppo che le dimostrazioni si terranno una volta al mese. La prima di queste proteste si era tenuta lo scorso 23 ottobre.

I gruppi per i diritti umani hanno accusato la Polonia di esacerbare le sofferenze dei rifugiati rimandando indietro coloro che tentano di attraversare il confine, e accusando il governo di molteplici respingimenti e di mancata fornitura di assistenza medica, cibo e alloggio adeguati. La Polonia conferma in parte e sostiene che ciò è necessario per impedire a più persone di entrare nel paese.

Proprio in queste ultime ore l’agenzia ‘LaPresse’ ha riportato la notizia secondo cui il Belarusian State Border Comittee avrebbe rilasciato un video nel quale si sente una donna, che indossa una giacca rossa, urlare con disperazione nel buio al confine tra Polonia e Bielorussia “Baby, baby”, piangendo e cercando il suo bambino.

Quella che sembra essere una guardia di frontiera polacca risponde, urlando, in modo molto duro: “Il suo bambino sta bene, vada via”.

Nel video si vedono poi diversi migranti davanti al filo spinato e si sentono dei colpi, che sembrano spari, ma non è stato possibile verificare quanto accaduto. La zona è quasi completamente interdetta ai media internazionali.

Un’altra manifestazione si è svolta sempre sabato pomeriggio a Varsavia. È partita da piazza dell’Unione di Lublino, nel centro della capitale polacca, ed è stata organizzata dalle ong che cercano di soccorrere le persone migranti.

I partecipanti non hanno portato con sé bandiere o striscioni che mostrassero il loro orientamento politico tantomeno l’appartenenza religiosa, ma solo delle coperte termiche come quelle usate dai profughi per scaldarsi, che sventolavano accanto alle bandiere dei rifugiati.

I manifestanti anche qui, hanno chiesto il ritorno dei medici alla frontiera. Una giovane organizzatrice, appena tornata dal confine, ha letto le lettere dei rifugiati e ha raccontato come le persone dei villaggi insieme con i cattolici da Varsavia aiutano i migranti.

In questi giorni, per articolo 21, abbiamo contattato Marta Lempark attivista per i Diritti Umani e ideatrice delle grandi proteste di piazza contro il governo, la cofondatrice dello “Sciopero delle donne“.

Marta si trova in Polonia in questo momento e ci ha riferito delle imponenti manifestazioni che si stanno svolgendo nel paese ma anche di quanto la popolazione sia delusa.

Se da una parte alcuni sono contrari al governo, molti altri sono ultraconservatori e considerano le azioni dello stato necessarie per garantire la sicurezza nel paese.

Quando chiediamo a Marta cosa pensa di questa situazione ci risponde: “La Polonia sta negando l’accesso ai migranti e non sta fornendo assistenza e trattamenti medici necessari. Di fatto sta ‘uccidendo’ uomini, donne e bambini lungo il confine. Per questo il Governo polacco dovrebbe essere sanzionato a livello internazionale e accusato di crimini di guerra”.


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