BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Scidà. Ricordare, continuare

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Questo foglio, come tutto ciò che riguarda i Siciliani giovani, è strettamente legato alla figura di Giambattista Scidà, colui che dieci anni fa ci spronò a rimettere in campo questa bandiera. Le nostre battaglie giornalistiche e sociali s’intrecciano da allora anche col suo pensiero. La mafia (non quella brigantesca e folklorica della letteratura, ma il sistema di potere individuato da Giuseppe Fava) come questione nazionale e l’antimafia come mobilitazione sono i due poli attraverso cui si estrinseca la nostra idea e la nostra azione.

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A queste due visioni essenziali – mafia-potere e l’antimafia sociale – se ne aggiunge una terza, l’unità. Nel rissoso paesaggio dell’antimafia (dove lo stesso termine desta a volte fastidio) noi siamo fra i pochissimi che non fanno polemiche, che criticano con moderazione, che non rispondono mai ad alcun attacco di chi anche minimamente si collochi nel campo antimafioso.

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Il Paese, diviso fra componenti diversissime e non tutte civili, attraversa ora uno dei suoi periodici momenti fiochi, con lo scarso valore dato alla vita umana (i morti da emigrazione e quelli da Covid, relegati senza empatia alla politica). E’ il morbo italiano, da affrontare razionalmente, senza illusioni nè paura.

Sono molti i settori aggrediti e i danni da riparare, ma centro di tutto è l’imprenditoria mafiosa, ormai dilagante e radicata, da contrastare a livello politico e sociale, colpendola al cuore.

Esiste un enorme quantitativo di denaro mafioso individuato, a volte confiscato (in genere, rozzamente), potenzialmente decisivo. Bisogna impadronirsene, gestirlo razionalmente, distribuirlo secondo criteri non solo sociali, ma anche produttivi. E’ possibile, ha precedenti validi (TVA e New Deal rooseveltiani), ed è l’obiettivo strategico dell’antimafia, della nostra antimafia, dell’antimafia concreta.

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Scidà e Fava, di questa antimafia, sono l’ispirazione e la bandiera. I Siciliani, il reparto avanzato che spinge all’unità e alla lotta.

Partecipare a questa lotta, e alla seria organizzazione che le bisogna, è un onore per ogni giovane ma anche un carico forte, un impegno di vita. Pensiamo che ne valga la pena.


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