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Ai confini del male

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Una storia che ci parla del rapporto tra genitori e figli e cio’ che si e’ disposi a mettere in gioco, financo la propria vita, la propria anima, ai confini del male.

Il film “Ai confini del male”, per la regia di Vincenzo Alfieri, e’ liberamente tratto dal romanzo omonimo di Giorgio Glaviano (Marsilio editore), che ne firma la sceneggiatura, insieme allo stesso regista e a Fabrizio Bettelli.

Prodotto da Fulvio e Federica Lucisano con la Italian International Film-Gruppo Lucisano e Vision Distribution, approdera’ il 1 novembre prossimo su Sky Cinema e, in streaming, on demand, su Now.

Il film, ambientato nella campagna laziale, e’ un thriller ricco di colpi di scena, con un finale sorprendente, inatteso. Nel cast, due bravissimi attori: Massimo Popolizio ed Edoardo Pesce, unitamente a Chiara Bassermann, Roberta Caronia, Luka Zunic e Nicola Rignanese.

La storia ruota intorno alla sparizione di due giovani adolescenti in un rave party, ma non sono due ragazzi qualsiasi: uno di loro e’ il figlio dell’integerrimo capitano dei carabinieri Rio (Massimo Popolizio), che darebbe la vita per la divisa che indossa.

Il rapimento, per le modalita’ con le quali viene consumato, sembra avere dei punti di contatto con un caso irrisolto avvenuto 10 anni prima che porto’ alla morte di alcuni giovani e che costo’ la carriera allo stesso Rio. Tutto lascia pensare che il mostro abbia colpito ancora una volta, forse per vendetta. Occorre fare in fretta! I ragazzi hanno poche ore di vita!

Ma ecco che le indagini sulla scomparsa si incrociano con quelle che nel frattempo sta conducendo, suo malgrado, il tenente dei carabinieri  Meda (Edoardo Pesce) – assurto agli onori della cronaca come il: “cane pazzo”, per i suoi modi duri e i suoi scatti incontrollati – sulla sparizione della figlia di una ex prostituta che sembra non interessare nessuno. Un anti eroe dedido agli eccessi,  tra alcol e sesso occasionale con le prostitute di turno, che non si e’ piu’ ripreso dalla morte della moglie e del figlio in un incidente stradale di cui si ritiene responsabile.

E’ cosi’ che il cammino dei due carabinieri, apparentemente cosi’ diversi tra loro, ma forse l’uno lo specchio dell’altro: il bene e il male, si incrociano verso un finale sorprendente.

La parte piu’ importante di un’opera e’ il suo finale, perche’ e’ quella che il pubblico piu’ ricorda”.

Ma il film e’ anche una storia che ci parla del rapporto tra genitori e figli e cio’ che si e’ disposti a mettere in gioco, financo la propria vita, la propria anima, ai confini del male

Un thriller ben costruito, solido e godibile, che tiene lo spettatore in costante tensione.

Il film rappresenta anche un auspicio verso una maggiore e piu’ significativa presenza  del cinema italiano in questo genere cinematografico, sinora appannaggio indiscusso di altri Paesi.


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