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Addio a Francesco de Notaris, una vita a favore dei diritti umani

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È morto a Napoli a 77 anni l’ex senatore Francesco de Notaris. È stato in Campania coordinatore regionale del Movimento “la Rete”. Professore di scuola secondaria superiore e sindacalista, dirigente della pubblica amministrazione, capogruppo in Commissione Affari Costituzionali e Difesa, ha fatto parte della presidenza nella Commissione di Indirizzo e Vigilanza sui servizi radiotelevisivi ed è stato attivo in molte azioni politiche in favore di pace e diritti umani e per il servizio civile. Francesco de Notaris era tra gli autori più assidui e seguiti di Articolo 21. Riportiamo di seguito uno dei suoi ultimi articoli per il nostro sito.

Costruivano mine e non soltanto auto ed il 2 Agosto 1994 l’Italia compì un atto di civiltà

La seguente è una storia poco conosciuta nel suo svolgersi e segna ‘ la civiltà democratica del nostro Paese ‘ come affermò nell’Aula del Senato l’on. Edo Ronchi.
Fu presentata nel 1994 da 70 senatori e poi discussa e approvata la mozione 1-00009 sulle mine antiuomo con 162 si, 7 no e 9 astenuti. Un mattoncino per la pace.
Jody Williams si congratulò. Divenne Premio Nobel per la pace nel 1997.
La mozione impegnava il Governo a ratificare il protocollo n.2 della Convenzione del’ONU del 1980 sul controllo dell’uso delle mine, per non vendere le mine all’estero, per bloccarne la produzione e per sminare queste terribili armi, equivalenti alle armi chimiche.
Il dibattito sulle mine antiuomo era all’ordine del giorno e grande la consapevolezza dei danni che procuravano queste armi nascoste e poco rilevabili anche perché alcune di plastica e con forme allettanti e ingannevoli per i piccoli.
Ero in Commissione Difesa ed il capogruppo Ronchi mi invitò a collaborare nello scrivere il provvedimento che firmai per secondo, prima degli altri responsabili degli altri Partiti che firmarono dopo di me. E per me fu motivo di orgoglio nel servizio che svolgevo.
Mi ero anche adoperato per raccogliere le adesioni, che giunsero da ogni forza politica, attraverso il consenso di singoli parlamentari.
Ricordo di essermi rivolto anche al Senatore a vita Agnelli che non mostrò interesse, avvitato allo scranno, nonostante, sorridendo ironicamente, gli avessi chiesto, promettendo di pagarla, una 500 usata da usare a Roma. Rimase sconcertato dalla richiesta, che credo non immaginava gli avessi fatto. Il Presidente Andreotti , invece, aderì e firmò la mozione.
In Italia costruivano mine. La storia della Valsella , nelle sue varie denominazioni è nota. Anche quella della Oto Melara è storia nota. Fabbricavano armi, mine. La Fiat non era estranea.
Durante il dibattito, prima del voto, a nome del Governo, il Sottosegretario Lo Porto dichiarò di “ accettare la mozione “.
Il senatore Ramponi votò a favore pur dichiarando che “ la mina è un’arma che – come tutti sanno – si presenta come difensiva, tuttavia essa conserva un carattere subdolo che si scarica poi, purtroppo, sulle popolazioni civili”. “
Un altro Collega, contrario, ricordò che “ buona parte di queste armi viene costruita a Magnago nel Friuli……non sono le mine ad essere buone o cattive…se non fossimo noi Italiani a produrre le mine senz’altro lo farebbe qualcun altro”.
Successivamente un Senatore intervenne e rinforzò il precedente parere biasimevole con la seguente chiarissima frase: “Nel momento in cui la Valsella o la BPD o altre aziende smetteranno di produrre mine, verranno semplicemente sostituite da un produttore di un altro Paese, quindi si tratta di pura e semplice demagogia”.
Produsse brusio e richiami del Presidente il Parlamentare che inaspettatamente meravigliò incomprensibilmente con “ mi domando se, in un momento di difficoltà del nostro Paese e qualora per fatti che adesso non possiamo prevedere dovessimo vedere addirittura perpetrati sul nostro territorio tentativi di invasione terrestre…mi domando, dicevo, se un’arma di questo genere possa o non essere utilizzata a vantaggio del nostro Paese. Ovviamente in questa Aula ci si mette a ridere…ma vorrei vedere se qualcuno di voi fosse stato colpito negli affetti più intimi…”. ( Le parole riportate sono in Resoconto stenografico.)
Gli altri interventi, di laici, di cristiani, di donne ed uomini in buona fede e di diversi schieramenti furono decisivi ed apprezzati completamente.
Dal 17 Gennaio 1995 al 18 Maggio 1996 l’on. Susanna Agnelli fu ministro degli Esteri.
Un giorno Le dissi, ben conoscendo lo spessore della Signora , esponente di spicco della famiglia Agnelli, proprietaria della Fiat, la più importante industria automobilistica italiana, che ero stato tra i realizzatori della mozione, che determinò conseguenze tra i costruttori di mine.
La Signora , Presidente di Theleton dal 1990, era dedita alla beneficenza e all’attività di ricerca per guarire bambini dalle malattie. Le feci notare la contraddizione, a mio parere, che Ella viveva, forse, con sofferenza o in maniera sopportabile per una filantropa. Sottolineai che le mine ferivano o uccidevano i bambini.
Il Ministro o la Ministra degli Esteri non si mostrò felice per la mia osservazione alla quale aggiunsi che vi sono organizzazioni che da un lato distribuiscono droga e dall’altro organizzano comunità di recupero. Forse esagerai.
“Avevo 11 anni quando mia madre e mio cugino furono uccisi senza pietà dalle mine, mentre stavano tornando a casa. Dieci giorni dopo anche io ho perso ambedue le mani e l’occhio sinistro.” Questa è la testimonianza di Usman Fitrat, vittima, in Afghanistan di una mina tra le 110 milioni che giacciono inesplose in 82 Paesi del mondo. ( Senza confini – Notiziario della Croce Rossa degli Altipiani – 4 Dicembre 2007 )
Il 25 Giugno 1995, venti mesi dopo l’approvazione della Mozione, un articolo “Un Olimpo in guerra” ci informava che c’è “l’immensa quantità di mine che tiene d’assedio il mondo, decine di milioni di mine contro decine di milioni di bambini, statisticamente sulla linea del fuoco, specialmente nel Terzo Mondo. Interrare una mina costa pochi dollari. Disattivarla senza farla esplodere costa mille dollari e molte vite. E allora l’Italia ha fatto il suo ingresso nel gruppo dedicato allo sminamento del mondo con un milione di dollari, una scuola per la formazione dei tecnici, e una moratoria imposta dal Ministro Agnelli alla produzione italiana: niente più mine per salvare almeno il futuro.

E si . La Mozione impegnava il Governo. Agnelli era al Governo e impose la moratoria. Il contrappasso regola la pena.
Poi venne il 1996. Poche ore prima della presentazione delle liste per la successiva Legislatura, la XIII, pare per intervento magico,( credo che usarono il bianchetto sul mio nome) fui sostituito ( nonostante la regolare candidatura dal notaio che conservo, firme regolari, ampio consenso) da un generoso amico dell’avvocato Agnelli, di Kissinger, già Sottosegretario di Susanna Agnelli, uomo conosciuto anche per la simpatia per le armi : era Mario D’Urso, noto gentiluomo, immaturamente scomparso e mi dispiacque sul serio. Nella vita capitano fatti strani: coincidenze ?
Il 21 Aprile 1996 si votò.
Il 27 Aprile 1996 , tra la posta, a Napoli, trovo un biglietto del Presidente Andreotti a me indirizzato e che conservo: “Caro de Notaris, …mi dispiace che debba saltare la XIII Legislatura. Auguri e saluti. Giulio Andreotti “.
Interessante il ‘ debba ‘.
A proposito della moratoria e non soltanto: “ perché sopra la faccia dell’abisso erano ancora le tenebre: dixitque Deus fiat lux et lux facta est “ e disse Dio: sia fatta la luce, e la luce fu fatta”. (Genesi 1, 3).


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