Il palcoscenico è vita

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“L’attrice”, di e con Federica Bisegna
Regia di Vittorio Bonaccorso
Teatro “Maison Godot”, Ragusa

Mettere in scena una professione, o forse una passione, o forse un’ossessione, o forse se stessi. Questo è il leit motiv che accompagna lo straordinario monologo “L’attrice”, scritto e interpretato, in maniera strabiliante, da Federica Bisegna. In realtà, tutti questi “forse” potrebbero essere eliminati, lasciando spazio ad una sola parola che sintetizza la ragione stessa di questo straordinario momento di teatro, la “vita”. Sì, Federica Bisegna inizia la sua performance con la voce fuori campo di lei bambina che vuole ad ogni costo fare l’Attrice, con grande disperazione della sua mamma. Il suo è un incendere fuori e dentro il tempo reale. La costrizione al fermo per la pandemia ma anche i voli pindarici di chi ha iniziato sognando Strehler e non le effimere luci della Tv. Il tutto attraversato dalla consapevolezza che solo sul palcoscenico la sua vita, appunto, avrebbe avuto un senso. Nonostante le delusioni di un mondo fatto anche di invidie e rivalità spietate. Nulla per Anastasia Goffredini, star della pièce ed alter ego di Federica, vale tanto quanto l’essere protagonista assoluta di messe in scena in cui l’Arte comunque trionfa. Anche, al di là di un marito ottuso, simbolo di un mondo di compromessi a cui Anastasia Goffredini non cederà mai. Vero e proprio esempio di commedia all’italiana trasposta sul palcoscenico, “L’attrice” alterna momenti di irresistibile comicità ad altri di grandi riflessioni sul senso stesso delle nostre scelte, in una fusione magica dei due momenti che fanno dello sguardo e del corpo di Anastasia -Federica un complice dello spettatore, che insieme a lei aspetta la telefonata da Parigi che la allontani da un paese, il suo, che non l’ha saputa comprendere. Televisione , fiction , serie tv, cinema, questi sono i mondi in cui, tra artifizio e raccomandazioni, anche il Mito del suo Maestro Giorgio, il Teatro, con il suo rigore e la sua genialità, sta per essere travolto. Ma lei non si arrende. Fatica quotidiana ed esaltazione recitativa sono i due poli necessari di chi ha scelto di interpretare la realtà, parafrasando il dire di uno dei numi tutelari di Anastasia, Luigi Pirandello, per il quale “la vita o la si vive o la si scrive”. E Anastasia-Federica chiude il suo mirabolante teatro nel teatro, comprensivo di dialogo diretto con lo spettatore, con uno splendido ed ironico primo piano alla Gloria Swanson di “Viale del tramonto” di Billy Wilder, che omaggia ed esalta la lucida follia di chi vive su un altro pianeta chiamato “Arte”.

Applausi meritati e senza fine per Federica Bisegna, accompagnata al pianoforte dal bravo, duettante all’occasione, Alessio Barone.


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