“Santità faccia finta di pregare” – di Giorgio Moscatelli

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In questi racconti il Giornalista Giorgio Moscatelli ripercorre con noi quei frammenti della sua vita che hanno incrociato gli eventi più significativi della Storia degli ultimi quaranta anni.

Con toni lievi o momenti di ironia e autoironia, quasi a voler sminuire la sua grande professionalità, racconta situazioni drammatiche o emozionanti vissute nella sua qualità di inviato speciale dei telegiornali della Rai, trasformandoci in lettori attenti e partecipi.

Attraverso l’obiettivo della telecamera, con occhi turbati, ci parla delle migliaia di morti del terremoto dell’Irpinia; del suo avventuroso viaggio aereo in Angola, un Paese impegnato in una delle tante guerre dimenticate; dell’importanza del calcio italiano in una Beirut semidistrutta dai bombardamenti del 1982; dei momenti bizzarri vissuti con Papa Paolo VI; di un incontro curioso sul fiume Giordano; della terribile siccità che ha mietuto migliaia di vittime in Etiopia; del suono lamentoso delle sirene d’allarme nella Guerra del Golfo e del fermo rifiuto alle sconcertanti offerte d’amore di un soldato etiope nella Regione del Semien, al confine con l’Eritrea.

Ci fa provare la felicità della popolazione alla liberazione di Kuwait City o l’angoscia per i due fidanzati, lei musulmana, lui serbo ortodosso, uccisi dai cecchini a Sarajevo; ci fa sorridere per le circostanze che l’hanno spinto, con caparbia stravaganza, a chiedere al monaco copto di guardia all’Arca dell’Alleanza di poter vedere la sacra reliquia; ci emoziona nel sentire intonare “Imagine” di John Lennon mentre cade il muro di Berlino, tra gli applausi e le lacrime di tutto il mondo; ci lascia con il fiato sospeso nell’esplorazione dei cunicoli di Cu Chi non lontano da Saigon o nell’entrare in una miniera di carbone a Novokuznetsk, nella Siberia Sudoccidentale, fino al tragico epilogo di Chernobyl.

Episodi spaventosi si alternano a quelli più leggeri per stemperare le immagini violente che a volte deve descrivere, trasformando la Storia in un racconto fresco e godibile. Su tutto, emerge il suo rapporto corretto e grato con la Rai, l’azienda che gli ha consentito di vivere una vita ricca di avventure.

Giorgio Moscatelli è nato a Roma nel settembre del 1946. Si è diplomato nell’Istituto Superiore di Cinematografia nel 1966. Due anni dopo, nel febbraio del 1968, è stato assunto in Rai nel settore cinematografico, dove ha collaborato con registi come Alessandro Blasetti, Nanny Loi, Edoardo De Filippo e Franco Zeffirelli. Nel 1980 è stato inserito nel settore giornalistico del Tg2, dove ha realizzato molte inchieste, tra cui: la tragedia di Vermicino, il terremoto dell’Irpinia e l’alluvione di Sarno in Italia. All’estero ha registrato avvenimenti in Polonia con Solidarnosc, Le miniere di Carbone in Siberia, Il plebiscito che ha decretato la fine di Pinochet in Cile. Nel 1992, mentre era in Sicilia per la strage di Capaci, ha ricevuto la nomina a Inviato Speciale. Tra i lavori più importanti realizzati per il Tg2 e per il Tg3 in quegli anni: gli sbarchi degli immigrati in Sicilia, la rivolta delle piramidi in Albania, il caso Sigonella. Numerosi i servizi realizzati come inviato di guerra in Israele, Beirut, Sarajevo, Belgrado, la Prima Guerra del Golfo, Iran, Angola, Somalia e Cambogia.


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