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Sindaco sciolto per mafia e suo assessore si ricandidano, scoppia la polemica politica

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Comune sciolto per mafia, il sindaco commissariato e il suo assessore si ricandidano, la vecchia opposizione: situazione paradossale, lo scioglimento per mafia non ha prodotto risultati sperati.

Accade a Carmiano (Le), dove ci sono due liste in campo una capeggiata dall’ex sindaco commissariato, Giancarlo Mazzotta,  e l’altra da Gianni Erroi, suo ex assessore.

Dura presa di posizione degli ex consiglieri di minoranza (nel consiglio commissariato) sulla chiamata alle urne del 7 novembre prossimo.

“Non abbiamo ritenuto opportuno – spiega il gruppo Liberazione, di area centro sinistra – aderire ad alcuna delle due compagini, chiara espressione di quel metodo di amministrare da noi combattuto nel precedente consiglio e che non ha mai avuto come obiettivo primario il bene collettivo. Riteniamo che sia paradossale come, da un consiglio comunale sciolto per sospette infiltrazioni mafiose, si sia generata una scissione della maggioranza, producendo due liste, capeggiate rispettivamente dall’ex sindaco e da un suo assessore, già vice sindaco nel primo mandato, oggi diventatone l’antagonista. La presa di distanza di alcuni ex assessori è avvenuta solo in occasione delle consultazioni elettorali e formazione delle liste e non nel corso dell’attività amministrativa degli ultimi dieci anni che li vedeva pienamente integrati, funzionali e operativi e che è sotto la lente d’ingrandimento delle autorità. D’altro canto, coloro i quali hanno manifestato il loro dissenso verso l’operato dell’intera amministrazione Mazzotta, non hanno dato il loro contributo a che si formasse una seria alternativa. Da un punto di vista amministrativo, lo scioglimento disposto dalle autorità competenti, finalizzato ad interrompere o evitare possibili rapporti di connivenza tra gli organi di governo del territorio e compagini di tipo criminale, non ha prodotto gli effetti da noi sperati cioè una svolta nel modo d’intendere la politica locale e l’amministrazione dell’ente per un sereno e florido futuro della nostra comunità. Questo evento, unico nella storia del nostro Comune, avrebbe richiesto il buon senso tale da indurre coloro i quali avevano detenuto il potere di indirizzare e determinare le scelte amministrative locali a fare un passo indietro in attesa del pronunciamento sulla incandidabilità”.


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