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La “lezione” tedesca sul voto proporzionale

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I conservatori non bastano in Germania. I moderati di centro (CDU) calano, i moderati di sinistra (SPD) aumentano, ma insieme non ce la fanno a fare un governo. E quindi il “tono” dell’esecutivo lo daranno gli alleati necessari a raggiungere la maggioranza (Verdi o Liberali).  Poi ci sarà un conclave di qualche mese e l’inizio della legislatura senza più incertezze. Questo dimostra che un sistema fondamentalmente proporzionale (ma con una soglia alta anti-plancton) non è – di per sé – causa di instabilità, perché in Germania i patti poi si rispettano. E sondaggi alti non provocano i favoriti a lanciarsi in corsa fuori dalle coalizioni per incassare consenso al volo (vedi Italia), perché l’elettorato poi punirebbe l’interruzione governativa e i suoi effetti paralizzanti. Insomma, per avere governi seri, occorrono elettori seri. Basare invece la “governabilità” su premi di maggioranza – come si usa spesso da noi – è una dichiarazione di immaturità democratica, possibile solo per il connubio perverso tra analfabetismo politico e faziosità interessata.


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