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Le lacrime di Kabul sono tornate, quelle originali

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Non si arrende LAIKA MCMLIV la street artist, che aveva realizzato l’opera ‘Le Lacrime di Kabul’ dedicato all’Afghanistan e al fondatore di Emergency, Gino Strada. Questa notte lo ha ripristinato ‘tale e quale’ a come era prima.

L’opera era apparsa in via Andrea Provana a Roma, nei pressi di piazza San Giovanni vicno la sede di Emergency, la notte di ferragosto. Qualcuno aveva sostituito la scritta “Gino! Ho paura!” con un becero  e volgare “Fuck You”.

Laika aveva commentato questo sfregio con un messaggio su Instagram rispondendo così all’autore di tanta nefandezza: “Non sono contraria a quel ‘Fuck You’ che hai inserito nel mio poster. È la frase che l’Occidente si merita per quello che ha fatto in Afghanistan. Mi chiedo però perché sfregiare la memoria di un uomo come Gino Strada, che dal 1994 a oggi con Emergency ha salvato 11 milioni di vite. Questo non riesco davvero a comprenderlo. In conclusione: la prossima volta esci di casa per fare qualcosa di tuo. Fuck You!”.

Onorata di aver ricevuto questa mattina un suo messaggio personale nel quale mi dice che il murale è stato ripristinato. Le ho chiesto come mai non lo avesse modificato: “In genere lascio che la strada faccia il suo. Quasi sempre i miei poster vengono sfregiati, strappati, completamente rimossi. Non me la prendo mai. Accetto e apprezzo ( a volte) l’evoluzione dell’opera. Calpestare però la memoria di Persone come Gino Strada è un’altra cosa. Puoi avere mille motivi per uscire di casa con uno stencil e degli spray per andare a comunicare al mondo il tuo dissenso.. non capisco perché farlo sfregiando un lavoro in memoria di una persona speciale e soprattutto a sostegno di un popolo destinato ad affrontare lunghe sofferenze.

Non l’ho modificato perché, a differenza del poster di Zaki rimosso per motivi politici, dove il dialogo con “chi lo ha rimosso” aveva un senso.. in questo caso quel tipo di dialogo non c’è ( neanche lontanamente) … e quindi l’ho semplicemente ripristinato, dando priorità assoluta alla memoria di Gino”.

Quando le chiedo cosa farà se dovessero nuovamente distruggerlo lei mi risponde “Non ci ho pensato. l’ho comunque già realizzato su altri supporti. Difficili da rimuovere. Sarà questa la sua “vita” dopo”.

 

 


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