“Non e’ questo il segnale che l’Usigrai chiedeva. Riemergono, a dispetto delle ripetute dichiarazioni di autonomia dalla politica arrivate dalla nuova dirigenza Rai, vecchi e ben noti metodi di scelta dei vertici che non ci hanno mai convinto”. Lo afferma, in una nota, l’Esecutivo nazionale dell’Usigrai, aggiungendo che “dopo oltre un anno di immobilismo, il Tg1 non puo’ ripartire da una nomina con una risicata maggioranza. Una scelta sulla quale pesano in maniera decisiva i voti dei compomenti del CdA di indicazione governativa. Questo rilancia l’urgenza di riformare la legge Gasparri”. “Chiediamo: che tipo di contratto verra’ stipulato? Quanto e’ destinato a pesare sul bilancio dell’Azienda che i vertici definiscono preoccupante? Questo rende ancora piu’ inspiegabile la decisione di ricorrere a una professionalita’ esterna. All’interno della Rai c’erano giornaliste e giornalisti in grado di rilanciare il ruolo del Tg1. Nulla da dire sul nome di Mario Orfeo. Su di lui si esprimeranno il CdR della testata e poi la redazione con il voto sul piano editoriale. Per parte nostra rilanciamo con forza la richiesta di esplicitare il mandato che dovra’ assicurare la fine di una lunga stagione di notizie non date; quella delle esclusioni e marginalizzazioni; la messa in archivio di doppi e tripli incarichi”, conclude l’Esecutivo nazionale dell’Usigrai.