Morire di lavoro nella Repubblica fondata sul lavoro. Soccombere, restare feriti, morire nella lotta per i diritti era uno scenario che nessuno aveva calcolato nell’Italia post pandemica. Abdil Belakhdim, un sindacalista del Si Cobas è morto così, investito da un camionista mentre era in presidio davanti ad un’azienda di logistica del gruppo Lidl a Biandrate, in provincia a Novara; altri due operai manifestanti sono rimasti feriti. L’autista del camion aveva forzato il blocco della protesta e poi è scappato, potrebbe non essersi accorto dell’accaduto. E’ stato rintracciato poco dopo dai carabinieri sull’autostrada. Il settore della logistica del centro nord sta “bruciando” e sono numerosi i sit in di protesta contro gli orari e le condizioni di lavoro. Secondo la ricostruzione fornita dai testimoni i lavoratori avrebbero avuto una discussione con l’autista del camion perché il presidio bloccava il passaggio dei mezzi e l’autista avrebbe forzato il blocco, travolgendo e trascinando per una decina di metri Belakhdim. Inutili i successivi soccorsi. Adil Belakhdim aveva 37 anni, era un sindacalista italiano di origine marocchina e stava manifestando davanti ai cancelli con altri venti addetti alla logistica. Chiedeva che si lavorasse otto ore al giorno anziché tredici. Dopo il terribile incidente i sindacati hanno indetto due giorni di sciopero in tutte le sedi della logistica Lidl ma intanto la situazione sul posto è tesissima e i lavoratori hanno bloccato tutti gli ingressi. C’è stato nel pomeriggio un messaggio del Presidente del Consiglio Mario Draghi che si è detto addolorato e ha auspicato che si faccia piena luce sull’episodio. Il punto, però, è che questo non è un episodio ma il risultato della tensione crescente che avvolge ormai da settimane il settore del trasporto e della logistica in Italia dove sono, nei fatti, saltati molti diritti e la loro difesa sta costando carissima agli operai in lotta.
(I rilievi dopo l’investimento a Briandate)