BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Il 10 Giugno è una data sacra per noi antifascisti. E’ il giorno dell’assassinio di Giacomo Matteotti

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Il politico che con più coraggio denuncia gli orrori del fascismo, quando questo regime di violenti è in piena ascesa.  “1206 casi di violenza, 1323 morti, e ne ho dimenticato più d’uno. Questo è stato il primo anno di dominazione fascista”, è la pubblica denuncia di Matteotti. Il duce sa che questo irruento deputato è indomabile e ha il coraggio di parlare anche per i tanti che stanno zitti. Sa anche che denuncerà alla Camera la tangente che la Sinclar Oil ha versato a molti papaveri del regime, che invece si è presentato al popolo come nemico della corruzione.

La faccenda viene affidata a un sicario di fiducia, Amedeo Dumini. Che insieme alla sua banda rapisce il parlamentare a Lungotevere, lo pesta già nell’auto che si dirige fuori Roma, per poi dargli il colpo di grazia in aperta campagna con una pugnalata al cuore. Gli scagnozzi però non sono soddisfatti e infieriscono sulla salma, denudandola e recidendone il pene. Dopo l’assassinio di Matteotti, preceduto dalle bastonate mortali a Don Minzoni, saranno ammazzati altri antifascisti come Giovanni Amendola, i fratelli Rosselli, il venticinquenne Piero Gobetti e molti altri finirono i loro giorni in carcere come Gramsci, tutti accumunati dal non aver piegato la schiena agli emergenti dei loro giorni.
Oggi pensare che una squadraccia di bifolchi possa scendere da un furgone che inchioda, circondarci in strada e massacrarci perché abbiamo criticato Salvini o la Meloni sembra impossibile. Eppure i gruppi neofascisti rasati – da cui questi politici non hanno mai preso le distanze – sono pronti ad agire appena le condizioni lo consentiranno. Basta l’acuirsi della diseguaglianza, l’esplosione di licenziamenti e precarietà, la rabbia del ceto medio impoverito e l’arrivo di un Governo di destra. Il resto è un precipitare nello smantellamento delle libertà, che abbiamo già visto in Turchia, Ungheria, Polonia. Con i pavidi e gli opportunisti che fanno a gara ad adeguarsi e gli altri che vengono perseguitati, perché l’intelligente è sempre il primo bersaglio del violento.
Con vigilanza democratica, in memoria di Giacomo Matteotti,

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