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“Mio fratello”, il romanzo-verità di Giovanni Impastato

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E’ uscito mercoledì 28 aprile in libreria e in tutti gli store online “Mio fratello”, il romanzo-verità con cui Giovanni Impastato ricostruisce la sua vicenda familiare, nel segno di Peppino.
Il volume viene pubblicato in prossimità degli eventi previsti in diverse parti d’Italia – in presenza e in streaming – per la giornata del 9 maggio, anniversario dell’assassinio di Peppino Impastato per mano della mafia. Un racconto colmo di pagine inedite e di particolari mai rivelati, che si dipana a partire da un comune della città metropolitana di Palermo, Cinisi, e da una famiglia di agricoltori legati alla mafia locale: il padre Luigi era stato inviato al confino durante il periodo fascista, e suo cognato, Cesare Manzella, ucciso in un attentato, era il capomafia del paese, uno dei boss che per primi individuarono nel traffico di droga il nuovo strumento di accumulazione di denaro e potere. È in questa famiglia che nasce Peppino, e cinque anni più tardi anche Giovanni, dopo che un altro fratello che portava lo stesso nome era morto ancora piccolissimo. È da qui che si sviluppa la vicenda rivoluzionaria, drammatica, coraggiosa e libera del ragazzo destinato a diventare il più contagioso degli attivisti della lotta antimafia, che rompe con il padre e denuncia potenti locali e malavitosi, che scrive e grida che «la mafia è una montagna di merda». Una storia che non si interrompe affatto con l’uccisione di Peppino, lo stesso giorno dell’omicidio Moro, ma che continua per altri quarant’anni intrecciandosi a quella del nostro Paese, e disvelandone spesso complicità e opacità. Quella storia Giovanni l’ha vissuta tutta, per molti anni in compagnia di una donna coraggiosa come sua madre Felicia, camminando con Peppino ben oltre i cento passi che per convenzione distanziavano la loro casa da quella di Gaetano Badalamenti, ‘u ziu Tano. Invecchiando, lui sì, mentre Peppino, suo fratello maggiore, restava per sempre ragazzo. Ma quei passi ora sono diventati milioni. «Ho venticinque anni. Mio fratello ne ha trenta. Dicono, dichiarano e scrivono che è saltato in aria per imperizia mentre stava piazzando una carica di dinamite lungo la linea ferroviaria Palermo – Trapani. Le forze dell’ordine perquisiscono le nostre case, la radio. Fanno sparire documenti e materiali. Ignorano volutamente vistose tracce di sangue nel casolare vicino al luogo dell’esplosione… Alla storiella del Peppino terrorista nostra madre non crede. Come avviene con gli alberi con radici più profonde, la tempesta la rafforza, la rende ostinata.»

Giovanni Impastato, nato a Cinisi nel 1953, è il fratello minore di Peppino, ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978. Ne ha raccolto l’eredità e portato avanti la lotta. È tra i fondatori di “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato”, impegnata nella sensibilizzazione e nel contrasto alle mafie. La sua voce appassionata e sincera racconta il conflitto di chi ha vissuto la mafia e l’antimafia all’interno delle mura domestiche, e la successiva battaglia nel nome della legalità e della verità. Ha pubblicato Resistere a mafiopoli, Oltre i cento passi e Il coraggio della memoria.


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