Covid e riaperture. Lettera ai miei concittadini napoletani

0 0

Si va finalmente verso una riapertura delle attività commerciali e la riconquista degli agognati spazi di socialità. Ma tutti dobbiamo avere coscienza del fatto che il mondo intero si è trovato ad affrontare un dramma universale di portata mai vista, al di là delle drammatiche e sciagurate esperienze belliche. Il ricordo delle persone che hanno perso la vita, dei tanti generosi eroi quotidiani che hanno aiutato i malati sofferenti negli ospedali, dei caduti tra medici, infermieri e donne ed uomini delle forze dell’ordine imporrebbero un surplus di coscienza e vigilanza collettiva, nella consapevolezza che la pandemia continua a dilagare ed a mietere vittime.

La battaglia è ancora in corso e sarà di lunga durata. È mai possibile che la vicenda della Sardegna, bianca e libera per una settimana, poi precipitata in rosso, non abbia insegnato nulla ? Eppure è quasi un esempio da “laboratorio” e di monito.

Tra tante difficoltà, incidenti di percorso, alterne fasi per varie ragioni, la campagna vaccinale va avanti ed in Campania possiamo essere grati alle scelte rigorose del presidente De Luca. È stato spesso “costretto” ad essere più antipatico di quanto non sia veramente, a protestare con il  Governo nazionale per le dosi di vaccino mancanti e per altro, a vedere le proposte da lui anticipate, poi condivise a livello nazionale.

Ma parlavo ai miei concittadini, in vista di riaperture…Non si può non stare dalla parte dei tanti operatori economici in vera sofferenza o di tutte le persone impoverite ed avvilite, che hanno bisogno e diritto a pronte risposte istituzionali. Ma “sortirne se ne può solo insieme”, come direbbe Don Milani. Allora, se si comincia a riaprire, ci vuole una dose tripla di responsabilità personale. Non si potrà pensare al proprio “particulare”. “Io esco da solo o con la mia famiglia”- dirà qualcuno. Ma se siamo un milione a farlo insieme, ci vorrà vera oculatezza, vigilanza, mascherine ancora a lungo, “ossessivo” rispetto delle distanze.

Polemiche sul coprifuoco. Ma da chi viene la predica contro la dittatoriale limitazione della libertà personale (sic !).

Certo ci vuole gradualità. Il problema non sarà mai nel ristorante ben organizzato, ma nello sciamare dopo, nelle feste clandestine ecc…Ed a proposito delle “scuole sicure”, che certamente hanno fatto, in gran maggioranza, uno sforzo organizzativo notevole, riducendo le occasioni di contagio, bisogna considerare che il problema si anniderà sempre diabolicamente in ciò che i ragazzi, più o meno grandi,  faranno nelle altre 16 ore dopo la scuola !

Chi non vorrebbe vederli nel pieno, allegro, spensierato dominio del loro tempo?  Ma non ancora !

Ed allora vigilanza, convincimento alla prudenza spetterà ancor più alle famiglie, quelle almeno che non vogliono rinunciare ad esserlo, in qualunque condizione sociale. Non nego certo la questione dei trasporti e dei controlli per strada. Ma qualcosa si è mosso.

La mia non vuole essere una predica moralistica, ma un caloroso invito a quel “surplus di coscienza e responsabilità” che ci potrà permettere di non tornare indietro, pensando specialmente ai più fragili e indifesi. Per poter poi veramente riaprire tutto appena possibile, e… nel mondo, di cui siamo parte !


Iscriviti alla Newsletter di Articolo21