Tornano le inchieste di Rainews 24, con il format “Spotlight”. Venerdì 19 marzo, alle 21.30, andrà in onda “Divieto di accesso, la storia che Ilaria e Miran non hanno potuto raccontare” – di Luca Gaballo, con Andrea Palladino e la voce narrante di Ottavia Piccolo – un approfondimento sull’omicidio Alpi e Hrovatin del 20 marzo 1994.
Ventisette anni dopo la verità su quell’agguato non è ancora stata scritta. L’indagine giudiziaria è appesa ad una serie di accertamenti chiesti dal Gip alla Procura di Roma, per chiarire punti essenziali ancora in ombra.
Spotlight ricostruisce una delle più clamorose false piste seguite dalla Commissione parlamentare d’inchiesta, che nel 2006 chiuse i lavori sostenendo la tesi dell’omicidio casuale. Ilaria Alpi e Miran Hrovatin il giorno dell’agguato viaggiavano a bordo di un pick-up che non sappiamo dove sia finito. Undici anni dopo, nel settembre 2005, la commissione parlamentare annunciò di averla ritrovata in Somalia. In realtà – come dimostrerà nel 2008 una perizia sul Dna estratto dal sangue presente sul fuoristrada arrivato da Mogadiscio – quel ritrovamento era un falso clamoroso: le tracce genetiche non corrispondevano a quelle trovate sul veicolo. L’inchiesta di Spotlight ricostruisce il ritrovamento del pick-up e il ruolo di un mediatore somalo, legato ai fondamentalisti islamici e al traffico di armi. Indicato da documenti declassificati della Cia come un pericolo per il contingente Onu, il faccendiere di Mogadiscio venne pagato 18.200 dollari dalla commissione parlamentare, per recuperare la falsa automobile di Ilaria e Miran.
L’inchiesta ripercorre poi il viaggio a Bosaso dei giornalisti Rai, pochi giorni prima di essere uccisi. Il loro reportage, mai andato in onda, puntava sui traffici illeciti di armi e rifiuti. L’ex magistrato di Venezia Felice Casson ricorda come pochi mesi prima, nell’ottobre del 1993, Ilaria Alpi lo andò a trovare: “Le interessavano i rapporti tra servizi segreti, apparati statali, mondo del traffico di armi, anche collegati con il terrorismo”, racconta. Su quel viaggio a Bosaso c’è poi l’ombra di una operazione militare riservata, con il coinvolgimento di un operatore della comunità Saman, il trapanese Giuseppe Cammisa, conosciuto con l’alias Jupiter. Lo stesso riportato in un messaggio militare del 14 marzo 1994. L’inchiesta ripropone l’intervista esclusiva rilasciata a Rainews 24 nel 2011 da Cammisa, ancora in parte inedita. Un punto fondamentale, ancora oggi al centro delle indagini della Procura di Roma.