La bomba che uccise Daphne Caruana Galizia venne portata a Malta, assieme ad altri due ordigni, dalla Sicilia. Lo ha rivelato Vince Muscat detto’Il-Kohhu’, il pentito dei sicari della giornalista, nel corso dell’udienza contro i complici. Muscat ha precisato che l’ordigno era “di fattura molto sofisticata e certamente straniera” e che venne introdotto nel paese da Jamie Vella (arrestato assieme ai fratelli Adrian e Robert Agius con l’accusa di aver fornito la bomba ed aver organizzato un altro omicidio) “usando il catamarano”, ossia il collegamento veloce da Pozzallo alla Valletta. Gli esecutori materiali dell’assassinio della giornalista investigativa maltese Daphne Caruana Galizia avevano pianificato un attentato con armi da fuoco AK-47 due anni prima di ucciderla in un attacco dinamitardo nell’ottobre del 2017. E’ questo ciò che ha riferito in una lunga testimonianza da Vincent Muscat che, assieme alle altre due persone accusate dell’omicidio, aveva iniziato i preparativi per l’assassinio della cronista già nel 2014 o 2015. Con George Degiorgio era stato messo a punto un piano che prevedeva di fermare la donna sotto casa mentre un terzo uomo, Jamie Vella, l’avrebbe colpita con l’AK-47. Il piano, ha aggiunto, venne abbandonato quando la persona che avrebbe dovuto pagare 50mila euro per l’assassinio non consegnò il denaro. Muscat si è riconosciuto colpevole dell’omicidio ed ha indicato i suoi due complici in George Degiorgio e nel fratello Alfred. L’ordigno, secondo la sua testimonianza, fu fornito da Vella e da un altro uomo. L’imprenditore Yorgen Fenech, processato separatamente, avrebbe pagato Muscat e i fratelli De Giorgio 150mila euro per l’omicidio attraverso un intermediario. Fenech si dichiara non colpevole.