La nomina dei sottosegretari è stato sintomo di restaurazione, non solo per gli esponenti del centro destra. Già la composizione geografica dell’intero governo, spostato molto a nord (sino a Francoforte), evocava il ritorno di esponenti degli eterni “salotti buoni”, dove i “poteri forti” gestiscono il paese. Con ogni governo. Chi ha il potere in Italia discende direttamente dal Marchese del Grillo: “Io so io e voi non siete…” Siamo passati dall’utopia dell’”uno vale uno” alla realtà dell’uno vale seicentomila. Il dato corrisponde all’equivalente, in elettori, di dieci parlamentari. Ammesso che dieci parlamentari possano raggiungere (tutti insieme) un potere paragonabile a certi insaziabili personaggi, tanto esperti che hanno pure bisogno di ricche consulenze straniere.
Purtroppo le gravissime emergenze in atto (pandemica ed ambientale) non hanno modificato la mentalità di chi governa veramente in Italia. Si sono raggiunti livelli di interesse privato, proprio per l’emergenza pandemia, neanche paragonabili all’epoca di tangentopoli. Analogie storiche si possono riscontrare soltanto nell’epoca del basso impero romano. La speranza è smarrita, specie se si vuol credere che eliminando Arcuri si otterranno: velocità, competenza ed onestà.
Si continua a chiamare “Recovery found” il più impegnativo “Next generation UE”. Perché gli ultrasettantenni al potere non hanno la faccia tosta di chiamare per nome gli esseri umani a cui stanno sottraendo il futuro: i giovani disperati. Un terribile miscuglio di indifferenza ed egotismo porterà l’Italia verso le sponde meridionali del Mediterraneo, facendo finta di essere europei. Un secolo e mezzo or sono in Italia si concepì il cambiamento gattopardesco. Oggi non bisogna neanche nascondere la crescente e continua restaurazione, che è alla luce del sole.