La notorietà che Cogoleto non si meritava, che ferisce i suoi cittadini e offende la sua storia

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Cogoleto è il comune più a ponente della provincia di Genova, quasi diecimila abitanti, un recente passato di inconsueta presenza industriale a bordo mare, tra il diffuso turismo da seconda casa, forza operaia e tradizione democratica antica e consolidata. Sino all’offesa dei giorni scorsi. Una ferita dolorosa e ingiusta a tutta una comunità che, pur confrontandosi spesso anche duramente nelle diverse visioni della politica, aveva sempre mantenuto il limite trasversale della dignità. Il saluto romano nel giorno della Memoria ora negato dai protagonisti, travolti dalla marea di indignazione e di qualche prossimo conto politico da pagare, resta comunque una ferita aperta per l’intera comunità.

Bullismo politico alla ricerca dello scontro

Saluto romano ora negato (e per chi conosce certo bullismo provocatorio di qualcuno dei protagonisti, i dubbi non esistono), a ferire una storia di dialettica sempre forte ma sempre democratica che ha caratterizzato quell’aula consiliare intitolata a Sandro Pertini. E poi un passato anche personale in quell’aula consiliare dove, anche chi scrive, è stato per qualche anno a litigare con una controparte politica sempre di qualità e sempre rispettata. Nella Cogoleto che è stata offesa sono nati tutti i miei figli, ed è parte della mia vita più gioiosa. Il sogno di un improbabile ritorno. Volendo parlare di politica, ho memoria di tanti galantuomini democristiani, socialisti e comunisti del Pci di Berlinguer che conobbi e frequentai allora. Splendidi sindaci ed amministratori attenti. Non faccio nomi per evitare di dimenticarne qualcuno.

Ora per favore, pulizia

Lontano da Cogoleto ormai da più di 30 anni, per me l’attualità politica passa spesso attraverso i figli di chi mi era amico o mi era comunque noto, perché a Cogoleto tutti ci si conosceva. Ad esempio il sindaco che ha denunciato l’accaduto in aula, è figlio di una persona, purtroppo scomparsa, che conoscevo bene e stimavo. Il papà Bruzzone era democristiano e il figlio lo scopro eletto nel Pd, e scopro anche che molta parte della Cogoleto moderata che conoscevo e con cui spesso discutevo, di fronte a certo populismo rozzo ed aggressivo, ha scelto o di isolarsi o di organizzarsi contro. Un po’ ciò che sta iniziando a vedersi a livello nazionale nei confronti del salvinismo a provocazione continua, che riesce a far crescere solo il partito di Giorgia Meloni.

Isolare i facinorosi

L’ex collega Giovanni Toti, giornalista di schieramento berlusconiano paracadutato in politica, i voti della Lega li ha inseguiti e per una parte della sua furberia politica quel partito ha quasi cooptato per arrivare a farsi eleggere e confermare governatore della Regione Liguria. Ma Toti, persona accorta anche nelle convenienze della politica, l’episodio di bullismo avanguardista di Cogoleto lo ha subito condannato. I conti elettorali parlano chiaro: a Cogoleto il ‘fascioleghismo’ portato avanti da qualcuno, non solo offende (e vìola la legge), ma è anche perdente. Ora leggo dall’agenzia Ansa che la procura di Genova procederà contro i tre consiglieri del saluto romano, mentre la Lega si è limitata a sospendere il suo esponente ufficiale Biamonti, che pure aveva candidato nelle scorse elezioni regionali.

Pentimenti incerti

E torniamo da capo, all’offesa recata a tutta Cogoleto, che forse non avrà realmente dato i natali a Cristoforo Colombo, come qualcuno rivendica, ma certo non meritava la vergogna di tanta pubblicità per quello che appare un gesto che ferisce la storia certa di questa operosa cittadina con un passato di antifascismo partigiano pagato col sangue di molti.


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