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Ambiente. La Cassazione salva il lago di Bracciano

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Il lago di Bracciano ha segnato un punto importante nella lunga e movimentata partita contro l’Acea e il Comune di Roma. La Corte di Cassazione ha, infatti, respinto il ricorso presentato dall’Azienda Comunale Elettricità ed Acque e dal Comune di Roma contro la delibera della Regione Lazio che di recente aveva ottenuto una riduzione dei prelievi di acqua dal lago visto il considerevole danno ecologico che ne era derivato.

Tutto era cominciato quando il livello del lago di Bracciano risultò molto più basso del solito, con la perdita di almeno due metri in altezza, in conseguenza dei massicci prelievi di acqua fatti dall’Acea per rifornire l’acquedotto che serve la zona nord di Roma. Quei prelievi erano stati autorizzati da un accordo stilato anni fa fra l’azienda, di cui il Comune di Roma è azionista di maggioranza, e i sindaci dei tre comuni rivieraschi, Bracciano, Anguillara e Trevignano. Il contratto prevede che i prelievi di acqua siano sospesi quando il livello naturale del lago risulti sceso di una certa misura. L’interruzione dei prelievi, secondo il contratto, deve essere automatica. Tale livello, di metri 161,90 sopra il livello del mare è ora codificato nella sentenza della Corte di Cassazione che precisa: “La concessione all’Acea  può subire variazioni per ragioni di interesse pubblico di rilievo primario”.

La crisi idrica del lago di Bracciano è cominciata cinque anni fa le associazioni ambientaliste denunciarono un sensibile abbassamento del livello dell’acqua  come era stato registrato dalle aste idrometriche poste lungo i pontili si Bracciano e Anguillara.  Accogliendo le richieste dei Comuni rivieraschi la Regione Lazio emise un’ordinanza per imporre all’Acea lo stop dei prelievi.  La validità di tale ordinanza, contro la quale sia la società che il Comune di Roma presentarono ricorso, venne confermata già due anni fa dal Tribunale Superiore delle acque pubbliche. E’ seguito un ulteriore ricorso di Acea e Campidoglio in Cassazione e oggi la storica sentenza che il mondo dell’ambientalismo accoglie con entusiasmo.

Ma non è finita: il 27 aprile prossimo dinanzi al Tribunale di Civitavecchia competente per territorio si terrà l’udienza nel corso della quale il Comitato di difesa del lago di Bracciano si costituirà parte civile nel presentare le proprie istanze in sede di “richiesta di rinvio a giudizio dei vertici di Acea Ato 2 e di altri per disastro ambientale”.


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