“Martin Luther King – Una storia americana” è il nuovo libro di Paolo Naso, edito da Laterza. La recensione di Gian Mario Gillio, che lo definisce “un libro pop, soul, spiritual”.
“Martin Luther King – Una storia americana” è la nuova fatica editoriale del professor Paolo Naso e pubblicata da Laterza.
Si tratta di un volume dedicato al “leader dei diritti civili”, Martin Luther King. 216 pagine intense ma leggere: un saggio – un romanzo, potremmo affermare – nel quale emerge tutta la passione dell’autore per l’argomento.
Un lavoro che restituisce con parresìa (evangelica) al lettore notizie che il tempo ha celato, offuscato, sbiadito, analisi lucide e chiavi di lettura interessanti sul “fenomeno King”. Naso entra “a piene mani” nel clima politico e sociale degli anni Cinquanta e Sessanta, per giungere sino ai giorni nostri, ossia “dentro” quell’America e a “quel sogno americano”, ancora attuale.
Nuove e vecchie intolleranze, divisioni sociali, xenofobie, violenze, povertà e fenomeni razzismo sono visibili proprio mentre è in atto la terribile pandemia mondiale. E recenti sono le proteste del movimento afroamericano (di nascita) Black Lives Matter; ancora più recenti i fatti che hanno visto il presidente Trump (uscente) – a oltre sessant’anni dalla morte del leader dei diritti civili – decidere e scientemente di minare alle sue fondamenta la democrazia di un Paese che dovrebbe difendere e tutelare.
Dunque, senza infingimenti, Naso affronta il tema dei diritti civili entrando negli interstizi più intimi e spirituali di King e in quelli plateali che hanno attraversato il movimento per i diritti civili in un’epoca politicamente e culturalmente delicata, tuttavia vitale.
Con dovizia biografica, l’autore ripercorre la vicenda (legata alla storica affermazione del leader afroamericano “I have a dream” del 28 agosto del 1963 al Lincoln Memorial di Washington) del Movimento per i diritti civili e quella di un uomo semplice, e straordinario allo stesso tempo, che ha cambiato il corso dell’umanità in tema di diritti umani.
“Il libro – afferma Naso – ricostruisce una pagina gloriosa e drammatica allo stesso tempo della storia americana degli anni Cinquanta e Sessanta e prova a gettare una nuova luce su un personaggio che talvolta è stato facilmente “iconizzato” e “santificato”, una formula che non è mai riuscita a raccontare a fondo la complessità di King e la sua radicalità”.
Il King che si oppone alla guerra in Vietnam e che denuncia la povertà è un King, prosegue Naso, “molto diverso da quello che negli anni Cinquanta marciava per i diritti civili. Il libro – rileva – parla anche dell’oggi. Racconta l’America del nostro tempo. Sarebbe difficile – prosegue – comprendere ciò che sta accadendo in un frangente così drammatico per l’America dei giorni nostri che vede un ritorno insistente del demone razzista. Non possiamo – conclude l’autore – affrontare le “scosse sociali” di oggi, senza risalire alle radici del passato, dunque, ignorare il percorso iniziato cinquant’anni fa”.
“La compassione autentica non consiste nel gettare una moneta a un mendicante: ciò non è che superficialità. Essa, nasce dall’evidenza che una struttura sociale che produce la povertà ha bisogno di essere riorganizzata da cima a fondo», sosteneva King. E, traendo insegnamento proprio da King, Naso decide di non fare sconti a nessuno – soprattutto al leader che ha ispirato questa biografia – e dunque esprime la sua «”compassione autentica” raccontando tutto: vittorie, scelte importanti, mosse di coraggio, debolezze, errori, narcisismi. Evidenziandone brutalità e luminosità, facendo respirare i profumi delle speranze di libertà e gli odori acri di un tempo profondamente razzista; denunciandone le ingiustizie sociali, quelle di ieri e quelle di oggi, condannandone un vizio atavico e imperdonabile: il mai sopito desiderio suprematista (bianco), che collide con il sogno americano.
Un volume denso, ma tutt’altro che pesante: un libro pop, soul, spiritual.