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Lezioni americane

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Quanto accaduto a Washington contiene tante lezioni, lezioni americane. Dico lezioni americane non perché pretenda di farmi emulo di Italo Calvino, assolutamente no. Ma perché queste lezioni  si colgono solo partendo dalle solite cinque domande che il giornalismo americano pone alla base di sé. Dunque dobbiamo ripartire da “chi, che cosa, quando, dove, perché”. La risposta é: Trump ha organizzato un colpo di stato nel giorno in cui doveva essere riconosciuto come legittimo il suo successore nella sede del congresso americano  per rimanere alla casa Bianca e continuare a comandare.

A questo punto è d’obbligo chiedersi: il golpe tentato da Trump cosa prevedeva e perché non ha funzionato? La risposta l’abbiamo vista in tv. Il golpe organizzato da Trump prevedeva che il suo vice Mike Pence, presiedendo l’assemblea che doveva ratificare l’elezione del successore, si piegasse al volere del leader, non consentendo il riconoscimento  della validità dell’elezione del suo successore. Per questo ha organizzato l’assalto al Parlamento nell’orchestrata assenza di forze di sicurezza, per intimidirlo: “tu hai giurato fedeltà a me, non alla Costituzione”. Se Mike Pence avesse ceduto il gioco sarebbe stato fatto, Trump avrebbe vinto.  Trump nell’arroganza anarchica del potere non aveva considerato che Pence potesse dirgli di no? Strano, ma così sembrerebbe. In ogni caso il punto di svolta è stato questo: il reazionario Pence ha detto di no all’anarchismo individualista di Trump. Pence ha tenuto i reazionari dentro il sistema democratico, anche se Biden non gli piace. Ha detto di no all’individualismo anarchico di Trump. E così ha salvato le istituzioni. L’individualista, il proprietario anarchico, aveva infiltrato le istituzioni con uomini fedeli a lui e non ad esse. Si tratta dei responsabili dell’ordine pubblico che non hanno un mosso un dito per difendere le istituzioni dall’assalto dell’orda anarchica di Trump. Il Pentagono infatti ha deliberatamente lasciato indifeso il cosiddetto “tempio della democrazia”. Pence e Nancy Pelosi hanno dovuto chiedere aiuto agli stati vicini; il governo federale, responsabile della sicurezza nella capitale federale, non lo ha fatto.

Il colpo di stato porta dunque in primo piano due volti: quello del reazionario Pence e quello del vichingo. Questa è la seconda lezione.

Il reazionario Pence, che si è sempre trovato d’accordo con Trump, anche quando diceva che pur se avesse sparato per strada all’impazzata non avrebbe perso un voto, ha trovato un ostacolo insormontabile sul suo cammino: il giuramento. Lui ha giurato sulla costituzione, questo gli ha impedito di seguire Trump. Trump pure  ha giurato, ma lui è uno spergiuro, Pence no. Pence è un onesto reazionario, lui crede davvero in legge e ordine, non come Trump. Trump nell’aula era rappresentato dal vichingo: anarchia, violenza primordiale, orda barbarica; sono questi gli istinti, gli elementi profondi che identificano il messaggio di Trump. I giornalisti specialisti parlano di un Trump estasiato dalle immagini del “tempio devastato”. Non so se sia vero, ma avrebbe un senso: nell’orda c’è qualcosa che riguarda ciascuno di noi. Quel volto colto da tanta stampa e da tante rappresentazioni non è stato capito bene. Quel volto è il messaggio globale del trumpismo. E qui arriva la terza lezione.

C’è un nesso profondo tra orda e anarchia trumpiana. Nell’orda non ci sono regole comportamentali, siamo “liberi” come animali. Questa dimensione bestiale però va giustificata e si giustifica con il nichilismo. Ma anche il nichilismo deve avere una giustificazione, una causa scatenante. E solo la mistificazione totale dei fatti poteva consentirlo. E’ fortissima l’idea che ci dica che non possiamo più credere in nulla l’uomo più potente del mondo. Lui, rappresentandosi come derubato dell’elezione dalle èlite, legittima ogni nichilismo. In cosa si potrebbe credere se il Presidente degli Stati Uniti viene derubato del voto popolare nelle urne?  Dunque anche il virus può essere un complotto se le elezioni stesse sono un complotto! Le istituzioni internazionali dunque possono anch’esse complottare  contro di noi! Una Spectre mostruosa si è impossessata del mondo, siamo in balia del male! Davanti al male, ben pettinato come Biden e Pence, dai toni pacati, come Biden e Pence, il vichingo intercetta, interpreta la necessità: abbattere il potere a mani nude, in modo primordiale certo, ma salvifico contro un male fatto di èlite usurpatrici. Ma, in modo un po’ vago,  in quella scena selvaggia c’era anche altro: era l’ambientazione perfetta della battaglia finale.  La battaglia inscenata da Trump era apocalittica. “I barbari sono i colletti bianchi, l’establishment, la cosiddetta democrazia. Questo mondo è totalmente corrotto, il complotto è demoniaco, la vera orda indossa giacca e cravatta, sono loro i barbari infernali di Gog e Magog”. La regia trumpiana è stata geniale, ma non aveva immaginato che il piccolo Pence avrebbe detto “no”, per questo i “salvatori” sono diventati barbari ridicoli. Perché un fondamentalista religioso reazionario ha salvato la presidenza di un liberal anche abortista.

La poca attenzione prestata a questa figura, Mike Pence, colpisce. E’ lui che ha salvato la democrazia, rimanendo un reazionario ma fedele al suo giuramento. Lui e Biden sono i volti distanti, culturalmente opposti, dell’unica ricetta che salva dal vero male disseminato da Trump nel mondo: il nichilismo, forma indispensabile della polarizzazione estrema di ogni confronto, di ogni dissenso, fondato sulle fake news.


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