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“Servirsi del popolo” di Pietro Folena: David Sassoli e Ferruccio de Bortoli a confronto sul populismo con l’autore

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“Servirsi del popolo”, edito dalla Nave di Teseo, è l’ultimo saggio di Pietro Folena, politico e operatore culturale. Il libro indaga le ragioni del cambiamento socio-politico avvenuto in Italia negli ultimi trent’anni, attraverso l’analisi e la ricostruzione storica delle fasi salienti dei partiti e dei loro leader. Presentato in streaming, presso la libreria Eli di Roma, “Servirsi del popolo” è stato occasione di confronto tra l’autore con David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo e Ferruccio de Bortoli, editorialista del Corriere della Sera. Ha moderato il dibattito. Monica Giandotti, giornalista conduttrice di Unomattina.

L’ispirazione per “Servirsi del popolo”, ha chiarito Pietro Folena, è nata dal bisogno di capire storicamente le origini, lo sviluppo e i caratteri del nuovo populismo italiano, dopo aver costatato con meraviglia come gli storici non siano stati conquistati dall’ argomento: “Noi siamo il paese più populista d’Europa – ha affermato Folena – e mi colpisce il fatto di non vedere una riflessione sul nostro ultimo trentennio, ad eccezione di Pietro Scoppola”, riferendosi al saggio di quest’ultimo “La Repubblica dei partiti. Evoluzione e crisi di un sistema politico (1945 – 1996) ”. Sebbene “Servirsi del popolo” raccolga l’eredità de “I ragazzi di Berlinguer”, un libro precedente di Folena – viaggio nella cultura politica della sua generazione – esso è ispirato da necessità diverse dalla militanza, anche perché l’impegno dell’autore oggi è sul versante artistico – culturale. Ex parlamentare di lungo corso, Pietro Folena è Presidente di “Metamorfosi”, associazione che organizza mostre di arte classica, moderna e contemporanea ed eventi in Italia e nel mondo, finanzia il restauro di opere d’arte, pubblica lavori scientifici nel settore e sostiene importanti istituzioni culturali del Paese.

Tornando a “Servirsi del popolo”, il fatto più rilevante dei nostri ultimi decenni secondo Pietro Folena è stato il distacco graduale della società dalla politica, un processo molto lungo puntellato da assenza di proposte, motore di un vuoto nel quale si è inserito chi adottava un linguaggio più diretto.  Dalla Lega degli esordi, alla videocrazia berlusconiana, all’ultimo decennio segnato dall’affermazione del Movimento 5 Stelle fino alla nuova Lega salviniana,“il populismo è il segno di una transizione che non ha trovato ancora sbocco”, ha detto Folena, “il fascino di una soluzione di questo tipo è stato elevatissimo per l’offerta identitaria”. Nel suo libro Pietro Folena, indica le radici e le traiettorie del successo dei movimenti e dei partiti populisti e sovranisti, contro cui le politiche democratiche devono fare i conti se vogliono sopravvivere, contro i quali è necessaria una cultura antifascista che abbia una dimensione nuova.

Ferruccio De Bortoli, scrittore ed ex direttore delle più importanti testate italiane, presidente della casa editrice Longanesi, pone l’accento sul populismo che Folena chiama videocratico, quello incentrato sulla comunicazione mass-mediatica. Sottolinea che il populismo videocratico di Silvio Berlusconi nasce anche da un rapporto diretto tra il leader e il suo popolo. De Bortoli ritiene sia bene indagare la relazione tra il leader e la sua audience. Cita ad esempio il legame stretto fra Trump e il suo elettorato, l’uso che l’ex Presidente USA ha fatto dei social network, rilevando di aver apprezzato Angela Merkel per aver sempre avuto tutt’altro stile e metodo.  Ferruccio De Bortoli si richiama a “La Repubblica dei partiti” di Pietro Scoppola, alla possibilità di una “comunità responsabile”. Dice di nutrire alcune speranze evidenziate da Folena nel libro: in primis in quei cittadini che si sentono “responsabili del tempio”, responsabili verso la comunità e il proprio territorio. Questa ricchezza per De Bortoli è nel capitale sociale italiano, messo alla prova dalla pandemia, che pure si è espresso in una solidarietà evidente e a tutti tangibile.

Il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli si dice grato a Folena per quest’opportuna indagine sull’Italia negli ultimi trent’anni. Sottolinea come ciò che si chiama populismo sia qualcosa che è diventato ideologia nazionalista e autarchia, resa tanto più evidente dall’operato senza trasparenza di alcuni. Ciò, secondo Sassoli, chiama in causa i partiti come strumenti – architrave della democrazia, comporta il come sostenere e far funzionare una democrazia europea. “Le forze politiche che sono in campo – afferma Sassoli – oggi assomigliano più a delle cooperative che a veri partiti”. La domanda più interessante che suggerisce il libro di Folena, per Sassoli è come si possono sconfiggere quell’insieme di comportamenti e idee che noi chiamiamo populismo. Pensa che Pietro Folena abbia ragione a dire che non bisogna demonizzare il populismo, ma studiare cosa lo ha provocato: per Sassoli il populismo pone quesiti che è bene suscitare in un dibattito pubblico, senza tabù e senza pigrizia.  “La prima grande crisi globale ci chiede di guarire il mondo con uno sguardo nuovo” ha concluso il Presidente del Parlamento Europeo.

 

Pietro Folena
Servirsi del popolo
Editore: La nave di Teseo

Collana: I fari

Anno edizione: 2020

Pagine: 224 p., Rilegato

 


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