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Non lasciare soli Zaki e i difensori dei diritti umani in Egitto

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Hey, proprio tu che stai leggendo: cosa hai fatto negli ultimi 45 giorni? Probabilmente hai lavorato e ti sei assopito davanti alla tv accesa, sei andato a prendere i tuoi figli a scuola (fin quando era aperta) e portare a spasso il cane, hai fatto l’amore con il tuo partner e hai progettato cosa fare quando finirà il lockdown, magari quel viaggio a lungo rimandato…

Adesso pensa a chi da 10 mesi, a colpi di 45 giorni di arresti preventivi, è chiuso in una cella di un carcere egiziano, senza prospettiva di uscirne, senza neppure sapere perché si trova recluso. E’ l’accanimento giudiziario, una tortura a rate, che l’Egitto sta esercitando su Patrick Zaki. Patrick è uno studente egiziano, che stava frequentando l’università di Bologna, arrestato come se fosse un terrorista. Invece aveva scritto una verità plateale: in Egitto vengono calpestati i diritti umani. Per questo la giustizia egiziana si accanisce contro di lui e altre centinaia di persone che la pensano come lui. A partire dagli esponenti dell’associazione per cui Zaki collaborava, l’Iniziativa Egiziana per i Diritti Personali (EIPR).

La storia recente delle battaglie per i diritti umani ci insegna che le campagne sono importanti, servono a non far sentire soli i detenuti, a sollecitare le diplomazie. Facciamolo anche in questo caso, per far capire al governo italiano che non può ignorare la violazione sistematica e feroce dei diritti elementari in Egitto. E non può voltarsi dall’altra parte quando le aziende italiane vanno a firmare contratti con il regime di al-Sisi.

Per queste ragioni il sottoscritto, direttore del Festival dei Diritti Umani e Andrea Teti, professore di Relazioni internazionali con il Medio Oriente all’Università di Aberdeen vi proponiamo questo appello. Per aderire: dirittiumaniegitto@gmail.com

No diritti? No affari. Occorre una svolta nei rapporti tra Egitto ed Europa. 

I fatti: il 3 novembre, 11 ambasciatori occidentali hanno visitato l’Iniziativa Egiziana per i Diritti Personali (EIPR) per un briefing sulla situazione dei diritti umani e della società civile in Egitto. Pochi giorni dopo, questa settimana, tre dirigenti dell’EIPR vengono arrestati: Muhammad Bashir, direttore amministrativo, Karim Ennarah, direttore del Gruppo di Lavoro sulla Giustizia, Ghasser Abdel Razak, il direttore esecutivo. Tutti, come Patrick Zaki, devono rispondere di accuse palesemente vessatorie come “terrorismo” e “diffusione di notizie false”. Infine il 22 novembre è arrivato l’ennesimo prolungamento del carcere preventivo per lo studente egiziano, che da febbraio rientra fra le decine di migliaia di persone imprigionate per ‘reati di coscienza’.

È statasolo una coincidenza? Non può sfuggire che questa ondata di arresti coincide con la pubblicazione del Piano d’Azione per i Diritti Umani e la Democrazia per il quadriennio 2020-24. Coincidenza o meno, i fatti evidenziamo che la scelta europea di fare di dittatori come Sisi ‘partner ineludibili’ è una scelta sbagliata, perché le timide richieste non trasformano certo le dittature in democrazie.

 

L’Europa proclama da tempo – lo ha fatto anche per gli arresti dei dirigenti di EIPR – che i diritti umani sono ‘valori fondamentali’, ma quando si tratta di sanzionare concretamente i regimi del “Vicino Oriente”, l’Unione Europea tace. Eppure, essendo il partner più importante dei Paesi della “Sponda Sud” del Mediterraneo una decisione severa avrebbe un suo peso.

 

I media riportano una telefonata fra il Presidente del Consiglio italiano ed il Presidente egiziano sul caso Regeni – un caso dove le autorità egiziane non sono state mai collaborative – ma sembra che non si sia nemmeno accennato al caso EIPR. La Francia ha appena svolto manovre navali congiunte con l’Egitto. Quando i “grandi” dell’Unione europea si comportano così davanti a palesi violazioni dei diritti umani è tutta la credibilità europea ad uscirne a pezzi.

 

Tutto ciò viene giustificato in nome del pragmatismo e dell’interesse nazionale. Eppure è sotto gli occhi di tutti che è una politica che non funziona. Dopo le rivolte arabe, la restaurazione ha ulteriormente aumentato le disuguaglianze sociali a cui i regimi rispondono con la cancellazione dei diritti civili e politici. L’atteggiamento dell’Europa e dei singoli stati è miope, sarebbe più saggio – oltre che giusto – agire con coraggiose decisioni politiche e diplomatiche, favorendo i diritti e le libertà, proteggendo i singoli e le associazioni locali che li difendono. Come, ad esempio, l’EIPR.

 

L’invito al Governo italiano è dunque quello di sostenere concretamente la tutela dei diritti umani in Egitto e dimostrare che sono inaccettabili le  azioni vessatorie nei confronti della società civile egiziana.

 

Promotori

Danilo De Biasio, Direttore del Festival dei Diritti Umani

Andrea Teti, Professore Associato, Università di Aberdeen, Scozia

 

Aderiscono:

  • Riccardo Noury, Portavoce di Amnesty International Italia
  • Erasmo Palazzotto, Presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni
  • Beppe Giulietti, Presidente Federazione Nazionale della Stampa
  • Gianluca Costantini (Channeldraw)
  • Elly Schlein, Vice-Presidente Regione Emilia-Romagna
  • Pippo Civati, Fondatore casa editrice People
  • Mara Filippi Morrione, Portavoce associazione Amici di Roberto Morrione
  • Vincenzo Vita, Presidente della Fondazione archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico
  • Fabiana Martini, Giornalista, Coordinatrice Articolo 21 del Friuli Venezia Giulia
  • Antonella Napoli, direttrice della rivista  Focus on Africa
  • Cristina Perozzi, avvocata
  • Donato Ungaro, Portavoce Articolo 21 Emilia Romagna
  • Désirée Klain, Articolo21 Campania e Imbavagliati, Festival Internazionale di Giornalismo Civile
  • Fabiana Pacella, Articolo 21 Puglia e direttivo Assostampa Lecce
  • Gian Mario Gillio, direttore dell’Agenzia stampa Nev – Fcei (Federazione delle chiese evangeliche in Italia)
  • Tiziana Ciavardini, giornalista
  • Rocco Cerone, Segretario del sindacato dei giornalisti del Trentino Alto Adige
  • Lorenzo Basso, Giornalista
  • Monica Andolfatto, segretaria sindacato veneto dei giornalisti
  • Nicola Chiarini, giornalista, sindacato veneto giornalisti
  • Gennaro Gervasio, Professore Associato, Università di Roma III
  • A titolo di Direttivo della Società Italiana per gli Studi sul Medio Oriente (SeSaMO) ed a titolo singolare aderiscono:
    • Monica Rucco, Professoressa Ordinaria, L’Orientale, Napoli;
    • Daniela Pioppi, Professoressa associata, L’Orientale, Napoli
    • Rosita Di Peri, Professoressa associata, Università di Torino
    • Samuela Pagani, Professoressa associata, Università del Salento
    • Francesca Biancani, RTD-B, Università di Bologna
  • Elisa Giunchi, Università degli studi di Milano
  • Patrizia Manduchi, Dipartimento di Scienze politiche e sociali, Università di Cagliari
  • Matteo Capasso, Max Weber Research Fellow, European University Institute
  • Tiziana Ferrario, giornalista e scrittrice
  • Graziella Di Mambro, giornalista
  • Sandro Mezzadra, Ordinario di Filosofia Politica, Università di Bologna
  • Valerio Evangelisti, Scrittore, premio Urania per la letteratura
  • Nicola Melis, Professore Associato, Università di Cagliari

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