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Il voto Usa appeso a un francobollo

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Caos nelle elezioni americane. Regna ancora l’incertezza sul nuovo presidente degli Stati Uniti d’America, nell’infuocata sfida tra Biden e Trump.

Il voto del 3 novembre per la Casa Bianca è diventato una roulette russa. A urne chiuse, il 4 novembre, i dati davano in vantaggio il candidato democratico Joe Biden rispetto al presidente uscente Donald Trump. L’ex vice di Barack Obama alla Casa Bianca era vicino a quota 270 “grandi elettori”, la soglia della vittoria. L’inquilino della Casa Bianca sembrava “azzoppato” dalla tragedia umana ed economica causata dal Coronavirus negli Usa, invece gli effetti devastanti del virus hanno prodotto pochi contraccolpi elettorali.

Mancavano all’appello molti voti per posta e ancora da conteggiare (in 34 dei 50 Stati americani è possibile votare spedendo le schede). Subito dopo la chiusura dei seggi è partito lo scontro.  Biden spera: «Sono ottimista, siamo sulla strada giusta per vincere queste elezioni». Trump canta vittoria: «Per quanto mi riguarda abbiamo già vinto». Il primo è prudente: «Non tocca né a me né a Donald Trump dire chi vince queste elezioni. E’ una decisione degli americani». Il secondo ipotizza dei brogli: «Un gruppo molto triste sta cercando di rubarci i nostri diritti». Mette sotto accusa i democratici che hanno chiesto di usare «decine di milioni di schede elettorali per posta…Questa è una vergogna per la nazione, è un’enorme frode». Indica un tragitto di guerra: «Ci rivolgeremo alla Corte Suprema. Vogliamo che tutti i voti postali vengano annullati».

Non c’è niente di peggio per un sistema politico democratico l’incertezza e, addirittura, l’ombra dei brogli sulle elezioni. E’ nel voto, nell’urna elettorale, che si esprime la sovrana volontà popolare. Ma nella tornata elettorale del 3 novembre 2020 non è ancora uscito il nome del nuovo presidente statunitense. Forse si saprà tra qualche ora, forse tra qualche giorno, forse addirittura tra una settimana. Forse occorrerà aspettare un intervento della magistratura, della Corte Suprema degli Stati Uniti.

Fino ad allora l’America e il mondo vivranno nell’indeterminatezza. L’incertezza politica indebolisce la superpotenza Usa e la sua leadership globale insidiata dall’ascesa tumultuosa della Repubblica Popolare Cinese.  C’è anche il rischio di una crisi istituzionale americana: Trump potrebbe non riconoscere una eventuale vittoria di Biden.

Ci sarebbe molto da rivedere nel meccanismo delle elezioni americane per il presidente. Sono tante le stranezze. Un candidato può ottenere anche più voti popolari di quelli “voti elettorali” ma può perdere lo stesso la corsa alla Casa Bianca (come successe a Hillary Clinton nel 2016 che riscosse maggiori consensi popolari ma fu sconfitta da Trump). Le schede per posta, poi, in alcuni Stati vengono conteggiate anche se arrivano dopo il giorno del voto a patto che i plichi vengano spediti entro il 3 novembre. Il presidente degli Stati Uniti può essere appeso a un francobollo.

La Borsa di New York e le piazze internazionali però, per ora, non sono impaurite dall’incertezza. Wall Street punta su Biden: il 4 novembre ha chiuso la giornata guadagnando oltre 1%.


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