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Scorta mediatica per Federica Angeli, Giulietti: «Sempre al fianco dei cronisti minacciati»

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«Siamo qui perché la Federazione nazionale della Stampa italiana è parte civile al fianco di Federica Angeli in questo processo. E siamo qui perché il sindacato dei giornalisti sarà presente sempre e ovunque ci sia un cronista minacciato». Lo ha detto il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, partecipando al sit-in di solidarietà alla cronista di Repubblica organizzato dall’associazione #Noi Antimafia di Ostia in concomitanza con la sua testimonianza nell’ambito del processo bis ad Armando Spada, accusato di sequestro e minacce nei confronti della giornalista per una inchiesta a Ostia nel 2013.

Al presidio erano presenti, fra gli altri, la sindaca di Roma Virginia Raggi; il parlamentare Walter Verini; il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani; Guido D’Ubaldo, già segretario del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti; Marino Bisso e gli attivisti della Rete NoBavaglio; l’avvocato della Fnsi, Giulio Vasaturo, i rappresentanti dell’associazione Articolo21.

«Siamo qui tutti insieme – ha evidenziato Giulietti a nome delle associazioni presenti – per dire con chiarezza che chi minaccia un giornalista minaccia tutti i giornalisti, il diritto stesso dei cittadini ad essere informati e, in definitiva, la democrazia. Federica è stata minacciata perché con le sue inchieste ha illuminato il malaffare a Ostia. È nostro preciso dovere starle accanto, non soltanto ora. Questo processo rischia la prescrizione, ma non ci sarà alcuna prescrizione nelle nostre coscienze».

Federica Angeli, ha infine ricordato il presidente Fnsi, «vanta il triste primato delle querele temerarie subite: 150 di cui 114 archiviate senza che nessuno dei querelanti temerari abbia lasciato un euro. Questo è uno scandalo e una vergogna. Per questo – ha concluso Giulietti – insieme con le associazioni qui rappresentante rilanciamo l’appello al Parlamento affinché la politica non si limiti ad esprimere solidarietà ai cronisti minacciati, ma si impegni ad approvare una norma contro le querele temerarie annunciata da anni e mai approvata».


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