“C’è bisogno di nuovo servizio pubblico a qualche condizione: dissipare le zone d’ombra, immettere qualità ( immettere parole, non accettare lo schiacciamento sul presente, immettere memoria), produrre un pubblico attivo professionalmente capace di inventare qualcosa, creare comunità” Così Marino Sinibaldi chiude la seconda plenaria della tre giorni di Articolo21 ad Acquasparta interamente dedicata al tema del prodotto audiovisivo e della qualità del prodotto stesso.
Qualità che viene depauperata dalla fretta eccessiva, dalla mancanza di approfondimento, dalla fretta che caratterizza il giornalismo molte volte, sostiene Monica Guerritore, l’informazione e il prodotto televisivo. “Superficialità dell’informazione, mancanza di approfondimento, ma anche scarsa offerta culturale sono estremamente correlati alla sottovalutazione del pubblico- afferma la Guerritore- considerato massa indistinta, pubblico come nulla. L’unica cosa che conta è quanto si possa ricavare dal prodotto, senza valutarne contenuti e qualità, motivo per cui molti talenti in tutti i campi sono stati oscurati: per un problema di sciatteria e ignoranza”.
Pubblico infantilizzato, secondo Roberto Natale svilito da un’offerta di bassa qualità, in particolar modo da parte del servizio pubblico condizionato da scelte sbagliate alla fonte. Un servizio pubblico, rimarca sempre Monica Guerritore che ha responsabilità enormi: i talenti vengono affossati e la catena produzione -distribuzione sembra non funzionare come dovrebbe.