Direttore Masi, le morti sul lavoro presentate in una sorta di dossier a puntate, ma anche, nei giorni scorsi, la fame nel Sahel, un approfondimento sugli “esodati”, eancora la vicenda dei rifiuti analizzata ed approfondita. Si ha come l’impressione che il Tg2 abbia sostituito quello che in genere nei telegiornali è il“fascicolo”dedicato al gossip e all’infotainment, con gli approfondimenti. È una tendenza consolidata nella sua direzione…
“Questa è un’osservazione corretta, giusta, e sono contento che cominci ad essere notato.Il Tg2 ha la presunzione di essere un giornale corale, di servizio pubblico che si propone a di chi ci guarda, ma anche con il rispetto a chi ci guarda. Noi vogliamo proporre ai telespettatori, agli abbonati, un prodotto sempre approfondito, sempre puntuale nei temi e che affronta – questa è la mia linea editoriale – temi che fanno dibattere, siano pure scomodi. Magari quei temi che devono far dibattere, quando l’informazione diventa denuncia”.
Direttore, la sua nomina ha coinciso con una mobilitazione corale anche da parte della redazione, che ha spinto per una soluzione interna. Lei mi permetterà – se non la imbarazza troppo – , una domanda in generale sulla situazione Rai, sui temi dellagovernance ed anche sulle battaglie che alcuni segmenti professionali – quelli organizzati dal sindacato – stanno facendo con lo slogan “riprendiamoci il servizio pubblico”. Cosa ne pensa, e che prospettive vede?
“Io come dirigente Rai devo essere sinceramente attaccato alla mia azienda, e mi concentro quindi sul prodotto che faccio insieme a tutta la redazione. Quello che lei ha detto è per me motivo di vanto. Io sono espressione di una redazione. Io parlo sempre di “laboratorio Tg2”. Stiamo sperimentando una forma di comunicazione secondo me inedita nel Paese; una forma di comunicazione che parte sì da un direttore, il cui compito è di mantenere gli equilibri e gli obiettivi ben chiari, ma vede la redazione che partecipa alla creazione del prodotto attraverso il lavoro quotidiano e l’ideazione. Questo è per me il contributo più importante che il Tg2 sta dando alla Rai, un’azienda che sta vivendo un momento particolarmente difficile. Crediamo che stiamo contribuendo a far superare all’azienda questo momento”.
Per concludere, Direttore, torniamo al tema per cui l’abbiamo sentita: le morti sul lavoro, un tema per noi molto importante. Ci auguriamo che intendiate proseguirenel proporre servizi che contribuiscano alla creazione di una coscienza diffusa su questo “assurdo” che fa dell’Italia un Paese quasi incivile…
“Siamo convinti che questa è la strada da percorrere, e non solo per un tratto limitato, per quanto ampio. La prima serie di approfondimenti durerà un mese, ma il Tg2 non cesserà mai di seguire queste vicende. Finché ci saranno morti, finché ci saranno persone che escono di casa per andare a guadagnare uno stipendio e non tornano perché muoiono, il Tg2 ci sarà, e sarà lì a raccontare quelle storie, contribuendo a lavare via questa vergogna dalla realtà del nostro Paese”.
(a cura di Alberto Baldazzi)