BASTA VIOLENZA SULLE DONNE - 25 NOVEMBRE TUTTI I GIORNI

Mostra del Cinema di Venezia. Mancavano solo “nani e ballerine”

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Il topos influenza i comportamenti. Le orribili strutture del Lido di Venezia hanno evocato altre mostruosità. Già il grottesco “Hotel Excelsior” provoca il panico, riscontrandovi la mano del progettista, che pare sia stato il “cappellaio matto”. Meno orripilante la “Sala grande” che però denota, anche qui, la mano del progettista: un carpentiere di Marghera. Letteralmente terrificante il Casinò, forse un Mausoleo alle vittime dell’usura (povero De Sica!), o forse  il Tempio dell’azzardo fascista. Nel ventennio, però, le esternazioni di Castellitto junior avrebbero comportato il confino, magari con mamma e papà.

Ma la vera mostruosità si è raggiunta con il “Red Carpet” delle figure minori, il lato B della mondanità. Si è visto sfilare di tutto, purché non avente attinenza alcuna con il cinema e soprattutto con l’arte. Si devono escludere, unici invitati attinenti alla manifestazione, gli operai posatori della moquette rossa. Per il resto un orgiastico susseguirsi di “Nani e ballerine”, dove però erano proprio assenti sia i nani che le ballerine. Unica attinenza con l’arte era quella delle desnude, facenti parte, a pieno titolo, del “lato B” della manifestazione, in quanto “esponenti” dell’arte, però l’italica ”arte di arrangiarsi”; così la manifestazione è diventata “Il Mostra” di Venezia.

Mostruosità nella mostruosità è certamente l’esito della giuria. Che ha premiato film quasi insulsi, che nulla aggiungono alla cultura mondiale, in contrasto con la notevole presenza del Ministero dei Beni Culturali, che non si capisce quale cultura porti avanti. Quella che ha spartito i premi a Venezia è la “cultura” delle appartenenze, una logica lottizzatoria che ha pure escluso l’Italia dai premi seri, relegando alla sola coppa Volpi (tra l’altro l’inventore del petrolchimico di Marghera) a Favino, che non era neanche vero protagonista. Unici premi pertinenti sono stati quelli della Critica; si tratta di donne e uomini di cultura, che conoscono il cinema. Non fanno parte della giuria.


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