Mentre in Turchia. le forze di sicurezza arrestavano 60 avvocati sospettati di essere affiliati al movimento di Fethullah Gulen, decine e decine di omologhi italiani con la toga si ritrovavano in piazza Montecitorio al presidio dell’avvocatura per ricordare l’avvocata turca Ebru Timtik, morta dopo 238 giorni di sciopero della fame mentre era detenuta, e per chiedere la liberazione degli alt colleghi detenuti ingiustamente. Tanti gli avvocati intervenuti tra lo sventolio delle bandiere curde e tanti esponenti della società civile con cartelli con la foto di Ebru Timtik e la frase: “’La propria vita per il diritto a un giusto processo”.
Articolo 21 era rappresentata da Antonella Napoli, che da giornalista ha partecipato con altri osservatori internazionali al processo ai redattori di Cumhuryet, quotidiano di opposizione turco, accusati di terrorismo.
A testimoniare l’importanza dell’avvenimento in mattinata era arrivata la lettera dell’avvocato Aytaç Unsal, temporaneamente liberato dopo 213 giorni di sciopero della fame, ai Giuristi Democratici e letta durante il presidio. Un messaggio toccante che descrive la situazione in Turchia. ”Voi che siete i figli di chi ha vissuto il fascismo all’epoca di Mussolini potete capirci meglio, noi oggi siamo governati con la stessa crudeltà – scrive Aytac Unsal – E questa non è una situazione solo della Turchia, come tutti voi avete testimoniato. Il fascismo, molto più violento che il coronavirus, si sta espandendo in tutto il mondo”, continua. ”Tutto è ora in pericolo. I nostri pensieri sono la nostra libertà, la nostra vita, il nostro diritto ad un giusto processo. Per questa ragione, la lotta per i diritti fondamentali, per le libertà e per la democrazia diventa ancora più importante oggi. Senza pensare ai costi, gli avvocati dovrebbero combattere per i diritti delle persone. Le società conquistarono diritti a questi prezzi. Sarà così di nuovo. Noi l’abbiamo fatto, avremmo potuto vivere o morire, ma avremmo continuato a lottare per il diritto ad un processo giusto”.
L’avvocato turco ricorda poi la collega morta in carcere: “Ebru è viva oggi. Ebru è il mio cuore ora. Ebru è la mia mente. Ebru vive in tutte le attività che fate. Ebru è il respiro delle persone che vogliono giustizia ovunque nel mondo. Non morirà mai. Vediamo questa resistenza come una vittoria, anche se moriamo e soffriamo. Avete fatto molti sforzi per creare questo risultato. Ho sempre sentito la vostra presenza, nella cella d’ospedale dove eravamo rinchiusi, così come in celle di prigioni fasciste. Grazie a voi, non ci hanno potuto tenere in piccoli spazi. La nostra anima ha viaggiato con voi nel mondo. Vi ringraziamo tantissimo per i vostri sforzi, le vostre lotte e il vostro supporto. Credo che vestiremo insieme le nostre toghe e combatteremo fianco a fianco per la democrazia e la libertà. Evidenziamo la lotta per il diritto ad un giusto processo in tutto il mondo”, conclude Aytac Unsal. Oltre ai Giuristi democratici, a promuovere il presidio sono stati: Unione camere penali-Osservatorio avvocati minacciati; Legal Team; Aiga; Asgi; Mga; Movimento Forense; Magistratura democratica. Hanno aderito, oltre Articolo 21, Arco, Fidu; Cultura è Libertà; Rifondazione Comunista/Sinistra Europea; Anni Padova; Anni Palermo; In Difesa Di; Comitato solidale Grup Yorum; Fronte Antimperialista.
Antonella Napoli, dopo aver ricordato che oltre agli avvocati anche i giornalisti sono vittime di arresti e dir violazioni dei diritti e sottolineata l’ignavia di chi finge di non vedere che in Turchia lo stato di diritto è morto, ha letto il messaggio inviato dal presidente della Federazione nazionale della stampa Beppe Giulietti.
”Affido all’amica Antonella Napoli, infaticabile combattente per la libertà questo messaggio – scrive Giulietti – Siamo con voi nell’impegno contro ogni bavaglio al diritto di cronaca e al diritto alla difesa. Ci associamo nel chiedere che siano liberati dal carcere rutti i prigionieri politici. Il tragico sacrificio dell’avvocata Emu Timtik pesa sulla coscienza degli indifferenti, degli ignavi, delle istituzioni che sanno e tacciono. Siamo a vostra disposizione per qualsiasi iniziativa comune e vi invitiamo alla nostra assemblea nazionale, il prossimo 9 ottobre a Perugia, quando riuniremo, per la prima volta in Europa, le voci di chi contrasta i bavagli in Bielorussia, Russia, Ungheria, Egitto, Turchia, Cina, Siria. Senza diritto alla difesa e diritto all’informazione non può, infatti, sussistere neppure una parvenza di ordinamento democratico e costituzionale” .