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Ballando col Covid

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Discoteche sì, discoteche no. Ripresa della scuola sì e no. Mascherine agli studenti sì, no, forse. L’Italia sembrava un’isola felice. Alcuni medici e scienziati parlavano di virus indebolito per spiegare la riduzione dei contagiati mentre una seconda ondata del Coronavirus impazzava in quasi tutto il mondo. Poi è arrivata la bomba ferie e discoteche.

L’Italia a fine agosto è tornata ad accusare quasi mille nuovi infetti al giorno. Occhi impauriti vedono i giornali e le televisioni che danno nuove allarmanti cifre e notizie.  Dall’inizio di agosto il Covid-19 è in ripresa, l’età media dei malati si è abbassata drasticamente dagli anziani (sessantenni e oltre) ai giovani (in media trentenni). I principali focolai del virus sono le discoteche e le spiagge. I contagi fioriscono nelle piste da ballo e tra i bagnanti in vacanza. I ragazzi tornano dalle vacanze mare-discoteche a Ibiza in Spagna, a Pag in Croazia, dalle isole della Grecia con la brutta sorpresa dell’infezione.

Certo è problematico mantenere le distanze di sicurezza in discoteca o muoversi con le mascherine. Balli e danze per natura impongono distanze ravvicinate, contatti stretti, discorsi guancia a guancia, carezze. Così il governo, subito dopo Ferragosto, ha chiuso le discoteche fino al 7 settembre. Il ministro della Salute Speranza ha avvertito allarmato: «Non possiamo vanificare i sacrifici fatti nei mesi passati. La nostra priorità deve essere riaprire le scuole a settembre in piena sicurezza».

La peste Covid sta riprendendo vigore. L’incubo è una nuova esplosione di morti e contagi in autunno. Potrebbe riapparire lo spettro angosciante di un nuovo confinamento in casa e di un altro blocco delle attività economiche. Per precauzione l’ordinanza del ministro Speranza ha chiuso le discoteche tra le proteste dei gestori che temono una perdita di 4 miliardi di euro, il giro di affari annuo. Luca Zaia, governatore del Veneto, con alle spalle un lavoro di pubbliche relazioni per le discoteche svolto da ragazzo, ha avvertito: «Stiamo attenti alla demonizzazione delle discoteche». Ma anche il Veneto è nell’occhio del ciclone, i contagi stanno salendo pericolosamente così anche Zaia ha accettato la chiusura, sia pure a malincuore.


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